La Juventus formato-Champions vince, soffre e tutto sommato convince nella fredda serata invernale dello Stadium. A farne le spese un Borussia Dortmund in via di guarigione dopo i patemi della prima parte di stagione.
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L’inizio degli uomini di Klopp è brillante, le tre mezze punte riescono a tenere sotto scacco i mediani bianconeri, ma i palloni giocabili per Immobile sono pochi e sporchi. La squadra di Allegri si difende con tutti gli effettivi sfruttando le ripartenze fulminee a campo aperto di Morata -il migliore in campo- e Tevez dalle quali nasce il vantaggio bianconero. Una scelta tattica interessante per i padroni di casa, per certi versi inaspettata, ma intelligente in quanto, se avessero spostato il baricentro troppo avanti, i gialloneri avrebbero potuto sfruttare la velocità supersonica di Reus e Aubameyang -quest’ultimo sostanzialmente impalpabile- come è accaduto nell’unica occasione nitida scaturita da un errore di Chiellini, sfortunato nello scivolare e contemporaneamente mettere fuori causa Bonucci: Reus ne approfitta ed il pareggio è servito.
Oltre al danno la beffa: Pirlo, fino a quel momento uno dei migliori in campo, è costretto ad uscire a causa di un problema al flessore; al suo posto entra Pereyra, autore di una buona partita in attacco ma di qualche errore in difesa, causato soprattutto dalla poca esperienza in campo internazionale e da un divario fisico rispetto agli avversari in certi frangenti imbarazzanti. Finisce il primo tempo.
Nella ripresa la partita cambia faccia: il Dortmund non pressa più come prima e la Juventus prende coraggio. Il possesso palla della compagine di Allegri aumenta, i terzini vengono inseriti maggiormente nelle trame di gioco, ma i troppi errori di Pogba -il peggiore dei suoi- dettati dalla troppa leziosità, non permettono alla manovra di essere fluida e dinamica quanto serve. Ci pensa Morata, allora, a mettere la partita in cassaforte: Tevez resiste alla carica di tre centrocampisti, scarica sulla sinistra, il pallone finisce tra i piedi di Morata che, con un colpo angolato e preciso, insacca alle spalle di Weidenfeller.
Da quel momento si susseguono una serie di errori -talvolta clamorosi- dei bianconeri che, con Tevez prima e Pereyra poi, non riescono ad arrotondare il risultato. La Juventus scopre che, se pressati, gli uomini di Klopp sono vulnerabili in difesa; il loro 4-2-3-1 è temibile dal centrocampo in su, ma la retroguardia è tutto fuorché solida. Se costantemente marcati, Hummels e soci commettono ingenuità grossolane ed appoggi frettolosi: sarà questo il leitmotiv del ritorno, con la speranza di recuperare psicologicamente gli uomini-chiave come Vidal e Pogba, che dovrebbero rappresentare quel quid in più in grado di fornire qualità. Ora sono poco più che un peso.
Francesco Bergamaschi
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