Il team Marc VDS è una realtà del Motomondiale (con licenza belga) sin dal 2010, quando entrò a far parte dei team della classe Moto2, campionato nel quale è riuscito a vincere il titolo in due occasioni, con Tito Rabat nel 2014 e con il nostro Franco Morbidelli quest’anno. Nel 2015 il grande salto in MotoGP, dove il team diretto da Michael Bartholemy vanta una vittoria, con Jack Miller ad Assen nel 2016, ed un 3° posto nell’anno d’esordio, con Scott Redding a Misano.
Sin dal suo primo anno nella classe regina, il Marc VDS ha ottenuto la fornitura di propulsori dalla Honda, divenendone team cliente al pari del team LCR di Lucio Cecchinello. Intervistato da Motogp.com, però, Bartholemy ha sottolineato come la sua scuderia, alla fine del 2018, si guarderà intorno, stanca di essere poco considerata dalla Casa nipponica nonostante tutti gli sforzi profusi.
“Negli ultimi tre anni abbiamo fatto tanto per la Honda. Nonostante grosse problematiche, nel 2015 siamo entrati in MotoGP un anno prima del previsto, e lo scorso anno abbiamo schierato una seconda moto, il tutto sempre per ovviare a difficoltà finanziarie di altri team” – ha spiegato polemicamente Bartholemy – “Quando ti vedi trattato come l’ultima ruota del carro, è normale che umanamente tu possa restarci male. La cosa positiva è che ci sono almeno altri tre costruttori che apprezzano il nostro team ed il nostro modo di lavorare e vedremo quale sarà la situazione tra Maggio e Giugno del prossimo anno“.
Bartholemy non ha preclusioni: “Sono disposto a parlare con tutti e quattro, compresa la Honda. Ovviamente sceglieremo il costruttore che mostrerà il maggior interesse per la nostra attività“. Un altro sassolino che il team principal vuole togliersi, riguarda la mancata conferma di Jack Miller, accasatosi poi in Pramac: “Jack era la mia scelta per il 2018, un pilota da non lasciarsi scappare per un costruttore come Honda. Era importante tenerlo per il nostro progetto e il team si è impegnato molto per provarci. Abbiamo avuto molte conversazioni con la Honda e gli abbiamo detto che avremmo fatto tutto il necessario per tenerlo, ma non abbiamo mai avuto una risposta positiva da loro“.
“Anche quando ormai avevamo capito che al 90% si era convinto ad andare in Ducati, abbiamo lottato per provare a spingere sul restante e tenerlo in squadra” – ha concluso Bartholemy – “Ma non c’è mai stato supporto da parte della Honda e questo è il motivo per cui abbiamo perso Jack“.
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