Champions League: Roma eroica, Juventus promossa, delusione Napoli. Europa League: Atalanta leggenda, bene Milan e Lazio

In attesa dei sorteggi di lunedì, durante i quali si scopriranno gli avversari agli ottavi di finale di Champions League e ai sedicesimi di finale di Europa League, è giunto il momento di fare un bilancio del cammino di Roma, Juventus, Napoli, Atalanta, Milan e Lazio nelle fasi a gironi 

Il calcio italiano è in crisi, ma non troppo. Sei su sei, en plein in Europa. Sicuramente, un punto di partenza sul quale costruire la rinascita dell’Italia nazionale. Erano sei e saranno sei le squadre italiane a proseguire il loro cammino nelle fasi finali di Champions League ed Europa League

Niente male per un calcio così vituperato e criticato. Niente male davvero per una nazione che, a livello di club, ha migliorato il proprio ranking Uefa, superando la tanto esaltata Germania, che invece ha visto qualificarsi agli ottavi e ai sedicesimi delle due coppe solo tre squadre su sei. 

Certo, ora viene il difficile, bisogna rimboccarsi le maniche e dare il massimo, soprattutto considerando le difficoltà di una stagione che, per la prima volta dopo anni, ha regalato equilibrio in un campionato precedentemente dominato dalla Juventus

In pochi avevano dubbi legati alla qualificazione dei bianconeri, ma non è stato poi così facile nel Gruppo D, vinto dal Barcellona, tornato a padroneggiare anche in Europa con Ernesto Valverde. Merito, soprattutto, dello Sporting Lisbona, che fino alla fine ha messo in difficoltà il club italiano, ancora lontano da quello visto l’anno scorso.

Nel sorteggio di Nyon di lunedì, la Juventus sarà in seconda fascia. Ciò significa che il pericolo di pescare una big è molto elevato. Bisognerà capire come arriveranno i bianconeri alla doppia sfida di febbraio-marzo e, soprattutto, se avranno finalmente acquisito il giusto equilibrio e quella solidità discontinue in questo inizio di stagione. 

Sicuramente, la rosa della Juventus rimane da Top Club, ma Massimiliano Allegri non pare aver sciolto il bandolo della matassa, tra continui cambi di modulo, turnover e giocatori in crisi d’identità. I due volte finalisti negli ultimi tre anni hanno come obiettivo la vittoria della Champions League, un’ossessione, un tabù da sfatare nei prossimi mesi. 

Chi ha impressionato tutti è la Roma, capace di vincere il Gruppo C, arrivando davanti al Chelsea di Antonio Conte ed eliminando una squadra esperta e di grandissima qualità, l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone, alla vigilia considerata tra le possibili pretendenti alla vittoria finale, costringendola a retrocedere in Europa League, risultando eroica, quasi epica equiparata ai reali valori degli avversari.  

E’ cambiato qualcosa nei giallorossi, che sembrano aver acquisito finalmente quella mentalità europea grazie a Eusebio Di Francesco, capace di non far rimpiangere Luciano Spalletti e, anzi, di migliorare ancora la squadra, non solo ripartendo dalle certezze passate, ma entrando nelle teste dei propri giocatori ed impartendo loro le proprie idee di gioco in maniera del tutto naturale e in poco tempo. 

Far parte della prima fascia è davvero tanta roba per la Roma, ma il sorteggio non è privo di pericoli, visto che ci sono avversari che sarebbe meglio evitare. I giallorossi dovranno affrontare il proseguo della competizione senza la pressione di dover per forza arrivare il più lontano possibile, quindi disputando le partite al massimo delle possibilità, accontentandosi di ciò che arriverà. 

In pochi, probabilmente nessuno, avrebbero anche solo lontanamente pensato e creduto nella possibilità che questo Napoli, quello dei record, potesse non superare il Gruppo F, probabilmente il più abbordabile nella storia del club in Champions League, dopo aver superato i preliminari e, in passato, gironi sicuramente di ferro, quasi proibitivi, con rose imparagonabili per qualità a quella attuale. 

Invece, l’eliminazione per mano dello Shakhtar Donetsk fa davvero male ai partenopei, che sicuramente sono stati ridimensionati anche dalla doppia sconfitta contro il Manchester City, dimostratosi di un altro livello. E’ vero che il calendario non ha aiutato, così come la condizione fisica assolutamente impresentabile di alcuni giocatori, ma sono solo delle scuse. 

Non esistono alibi per giustificare questo clamoroso autogol del Napoli, che ha confermato di non poter essere considerato ancora una grande squadra, ma solo un tentativo di credere di esserlo. Bisogna ancora lavorare tanto, a partire da Maurizio Sarri, che ha commesso tanti errori, primo tra tutti l’essere prigioniero di se stesso. Ma, soprattutto, non dovrà commettere quello di sottovalutare e snobbare l’Europa League, da affrontare per vincerla, con l’onore e l’onere della favorita assoluta, quindi non come una scocciatura, perché solo così i partenopei possono crescere e diventare grandi. 

Mai come quest’anno, infatti, l’Italia è una seria candidata alla vittoria della seconda coppa europea. Oltre ai partenopei, che però partiranno in seconda fascia, visto che sono stati tra le peggiori quattro squadre a retrocedere dalla Champions League, nel sorteggio di lunedì per i sedicesimi di finali ci saranno altre tre pretendenti protagoniste assolute della competizione. 

Prima di tutto, il Milan, che non ha avuto problemi a vincere il Gruppo D, dominandolo sotto la guida di Vincenzo Montella. Il problema semmai è capire in quale stato arriveranno i rossoneri alla doppia sfida di febbraio-marzo, visto che l’arrivo di Rino Gattuso non ha ancora sortito gli effetti sperati, almeno per il momento, un cambio allenatore arrivato, probabilmente, in tempistiche sbagliate. 

D’altronde, il club meneghino avrebbe tutto per arrivare fino in fondo, visto che la rosa è di grande qualità, come valori assoluti, e la storia del club esalta il dna europeo del Milan, che ha l’obbligo di puntare a vincere la competizione, sperando di migliorare la condizione fisica e, magari, di risolvere i problemi di adattamento e ambientamento dei nuovi acquisti, finora tutti, o quasi, deludenti, soprattutto considerando il grandissimo ritardo e le difficoltà in campionato, per poter poi qualificarsi alla prossima Champions League, tramite seconda strada. 

Partire dalla prima fascia può essere sicuramente favorevole, così come per la Lazio, che ha passeggiato nel Gruppo K, dominato dall’acume tattico di Simone Inzaghi, ormai non più una sorpresa, ma una certezza assoluta tra gli allenatori italiani. 

Probabilmente in pochi credono nella possibilità che i biancocelesti possano davvero vincere l’Europa League, visto che lottano per grandi obiettivi in campionato e potrebbero essere distratti, in parte, dal profumo di quarto posto o, addirittura, scudetto. Però, la Lazio ha dimostrato che la rosa non è poi così corta e, soprattutto, di voler affrontarla con la giusta mentalità, la giusta personalità, la giusta voglia e la giusta fame per arrivare fino in fondo. 

Infine, solo scroscianti applausi per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, che attenderà con ansia il proprio avversario, così come tutte le italiane, I bergamaschi sono ormai entrati nella leggenda, nella mitologia, nella storia dell’Europa League, dopo aver vinto il Gruppo E, a discapito di una big, come il Lione

Ora arriverà il bello, perché il sogno è diventato realtà e deve essere vissuto con la stessa spregiudicatezza e la stessa fame mostrata finora, rimanendo ancorata alla logica dei valori tattici, fisici e tecnici, che possono essere esaltati dal coraggio, dal carattere e dalla personalità. Perché per realizzare i propri sogni bisogna credere in essi, sempre, comunque e dovunque. 

Il calcio italiano è in crisi, ma forse neanche troppo. L’Italia non parteciperà ai Mondiali in Russia del 2018, ma i club italiani hanno serie possibilità di portare a casa un trofeo. Un paradosso in un mondo governato dalla passione, più che dalla logica. 

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