Lo scorso weekend ha visto prendere il via anche il Motomondiale, che ha aperto la stagione 2017 con un Gran Premio del Qatar travagliato causa pioggia, ma riscattato da una gara della MotoGP che ha regalato, come di consueto, emozioni e spettacolo, con un Vinales sugli scudi come previsto, ma messo in crisi da un Dovizioso superlativo, mentre Rossi ottiene un podio inatteso. A fare da contraltare un Marquez un pelo deludente e, soprattutto, un Lorenzo in grave difficoltà. Questi ed altri i temi che Losail ci ha lasciato in eredità e che noi andremo ad analizzare, senza trascurare ovviamente Moto2 e Moto3.
YAMAHA, CHE DEBUTTO: VINALES, TESTA E CAPACITA’ DI SOFFRIRE. ROSSI ARABA FENICE
Un’apertura del Mondiale da applausi per la Yamaha, che si conferma come la moto da battere in questo 2017. Si potrebbe obiettare che il top sarebbe stata una doppietta, ma viste le premesse la vittoria di Vinales e il 3° posto di Rossi giustificano un certo clima d’euforia dalle parti di Iwata. Dopo un inverno e delle prove da autentico dominatore, Maverick era atteso ad una prova di maturità, sotto la pressione di essere il favorito d’obbligo; e il 22enne di Figueres non ha tradito le attese, pur se le difficoltà sono state molte più del previsto.
Dopo uno start non esaltante e guardingo, l’ex Suzuki ha cominciato una risalita sicura ed inesorabile, che lo ha portato in fretta in vetta alla gara. Una volta in testa, però, Vinales si è dovuto confrontare con un arcigno Dovizioso, sul quale ha avuto la meglio solo nell’ultimo giro. Una vittoria, la 2° in carriera, che conferma il feeling di Maverick con la M1 e lo proietta tra i sicuri protagonisti (se non il favorito) del 2017.
D’altra parte, non si può non alzarsi in piedi di fronte all’ennesimo miracolo targato VR46. In grande difficoltà praticamente fino al warm-up, insieme con il suo staff Valentino ha estratto il coniglio dal cilindro, trovando un setup finalmente accettabile, che ha consentito al pesarese di ritrovarsi nuovamente competitivo e di centrare un podio (il #222 in carriera), impensabile alla vigilia. Vero, il ritmo più basso lo potrà aver aiutato, ma ribadisco quanto scritto in occasione della preview della stagione: mai dare Vale per finito prima del tempo!
DUCATI: DOVI, GARA DA APPLAUSI! LORENZO BOCCIATO
Clima agli antipodi a Borgo Panigale. Da un lato, abbiamo un Andrea Dovizioso autore di una prestazione super, confermandosi un amante del circuito qatariota, sul quale ottiene il terzo 2° posto di fila, sempre dietro una Yamaha. Il Dovi ha azzardato una morbida al posteriore, con la quale ha dovuto controllare bene il degrado nel finale; ciononostante, il forlivese ha combattuto come un leone, rendendo la vita durissima al velocissimo Vinales. La sensazione è che il successo dello scorso anno in Malesia abbia restituito ad Andrea quella fiducia in più fondamentale per rendere al meglio in un campionato dal livello davvero elevato.
Esordio da dimenticare, invece, per Jorge Lorenzo. Si sapeva che il maiorchino sarebbe stato in difficoltà; probabilmente, però, neanche nei suoi incubi peggiori si sarebbe atteso un debutto così sulla GP17. Autore di un errore nel corso del primo giro, come sempre gli è accaduto negli ultimi anni Lorenzo ha sofferto tantissimo le condizioni precarie della pista; ciò, unito ad un feeling ancora tutto da trovare con la moto, ha prodotto un deludente 11° posto. La speranza, per Dall’Igna&co, è che sin da Termas de Rio Hondo la situazione cominci a volgere in positivo.
HONDA IN DIFESA: MARQUEZ SOTTO LE ATTESE, PEDROSA NEL LIMBO
Sicuramente Marc Marquez si aspettava un weekend in Qatar diverso. Vero, un 4° posto consente comunque di portare a casa punti pesanti, ma il Cabroncito non si è espresso come di suo solito. In primis a livello strategico. Se lo scorso anno, praticamente, Marc non ne sbagliò una, stavolta il caos pre-partenza lo ha indotto in errore, scegliendo la posteriore media che, alla lunga, gli ha fatto fare la figura del gambero, spingendolo ad accontentarsi. Discorso per certi versi simile anche per Dani Pedrosa. Alle prese con una moto acerba, Dani ha dovuto fare i conti con la sorpresa Aprilia, riuscendo a conquistare un 5° posto reso migliore dalla consolazione di essere arrivato molto vicino al compagno di box.
GLI ALTRI #1: ZARCO E IANNONE, PECCATO! ALEIX ESPARGARO ED APRILIA, BINOMIO CONVINCENTE
Se c’è un pilota che si è meritato una menzione particolare, pur non riuscendo a concludere la gara, è sicuramente Johann Zarco. Il francese del Tech 3, bicampione in carica della Moto2, aiutato anche dagli pneumatici più morbidi, ha dato vere lezioni di guida nei primi giri, divenendo il primo rookie nella storia della MotoGP a percorrere dei giri al comando nella gara d’esordio. Un sogno ad occhi aperti, interrottosi purtroppo per una scivolata ad inizio 6° giro. Discorso simile per Andrea Iannone che, nonostante le difficoltà della vigilia, ha vissuto un avvio da protagonista in sella alla Suzuki, salvo gettare tutto al vento con la consueta caduta. Applausi a scena aperta per Aleix Espargaro e per la Aprilia. Lo spagnolo è stato autore di una prestazione da urlo, portando la sua RS-GP in 6° posizione, a ridosso delle due Honda HRC e a soli 7 secondi dal vincitore Vinales. Passando ai rispettivi compagni di squadra, Folger e Rins hanno chiuso la loro prima gara in MotoGP in 9° e 10° posizione, mentre assolutamente da rivedere Sam Lowes, ultimissimo in solitaria.
GLI ALTRI #2: BENE REDDING E MILLER, KTM ANCORA LONTANA. MALE CRUTCHLOW
Debutto stagionale senz’altro positivo sia per Scott Redding che per Jack Miller. Il britannico del team Pramac ha convinto, giungendo ai margini della top-5; ok anche l’australiano, 7° in sella alla sua Honda del Team Marc VDS. Peccato per Petrucci, lasciato a piedi dalla Ducati; 15° e ultimo a punti Esteve Rabat. Sufficienza, quantomeno per essere arrivati in zona punti, per Baz, Barbera (entrambi su Ducati Avintia) e Abraham (Ducati Aspar), rispettivamente classificati dalla 12° alla 14° posizione. Fuori dai primi 15, come da previsioni, i due della KTM, anche se, alla fine, Pol Espargaro è giunto a poco più di 4 secondi da Rabat. Tra le delusioni del weekend, infine, vanno annoverati Cal Crutchlow (Honda LCR), primo a stendersi dopo 4 passaggi, ed Alvaro Bautista (Ducati Aspar), stesosi 3 giri dopo e atteso a tutt’altra prestazione.
MOTO2: LA PRIMA VOLTA DI MORBIDELLI
Dopo la prima pole, arrivata d’ufficio in seguito alla cancellazione delle qualifiche, il nostro Franco Morbidelli era chiamato ad una prova da leader, puntualmente arrivata. Il 22enne romano, dopo aver fatto sfogare nella prima parte di gara Luthi (2°), se n’è andato via di prepotenza, volando indisturbato verso la sua prima vittoria del Motomondiale, solo sfiorata lo scorso anno. Alle spalle di Morbidelli e di Luthi, ecco un positivo Nakagami, che però se l’è vista brutta contrapposto al portoghese Oliveira, ottimo 4° con la debuttante KTM. Abbastanza sottotono, viste le premesse, l’avvio di Alex Marquez, compagno di box di Morbidelli, 5° a +11.2 secondi dall’italiano. Bella prova di Luca Marini (6°), che ha preceduto in volata il rookie Quartararo, mentre Baldassarri, ancora non al top, ha terminato in 8° posizione, regolando un gruppetto chiuso da un altro rookie, Francesco Bagniaia (12°). Domenica amara per gli altri azzurri, ovvero Corsi (17°), Pasini (24°), Locatelli (27°) e Manzi (29°). 20° Brad Binder, campione Moto3 2016.
MOTO3: PRIMA GIOIA PER MIR. ITALIANI GIU’ DAL PODIO
Il primo sigillo stagionale nella ‘entry class’ è della Spagna, che piazza tre piloti nelle prime quattro posizioni. A festeggiare più di tutti è Joan Mir, che ottiene il primo trionfo in carriera, regolando in volata lo scozzese John McPhee, che evita un podio tutto spagnolo, Jorge Martin (3°) e Aròn Canet (4°). Delusione per i nostri piloti, che fino all’ultimo hanno sperato quantomeno nel podio. E invece, Romano Fenati, Andrea Migno, Niccolò Antonelli e Fabio Di Giannantonio hanno concluso dalla 5° all’8° posizione. Esordio stagionale da dimenticare per Nicolò Bulega, 14° dopo uno start rivedibile, e per Enea Bastianini, 16° e in grosso affanno. Ancora più lontani gli altri italiani, rispettivamente piazzati dalla 22° alla 25° posizione: Manuel Pagliani, Lorenzo Dalla Porta, Tony Arbolino (che ha portato all’esordio il team SIC58 Squadra Corse) e Marco Bezzecchi.
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