Analisi tattica Rijeka-Milan 2-0: Gattuso, consapevole di avere già il primato in tasca, si presenta in Croazia con una squadra imbottita di riserve, in modo da preservare ci giocherà titolare in campionato, ma fallisce miseramente la partita. La squadra è apparse spaesata e senza idee, senza identità né quella grinta che vorrebbe trasmettere il suo tecnico. 

Analisi tattica Rijeka-Milan:
La trasferta croata ha raccontato un Milan troppo fragile e senza quella rabbia agonistica che chi indossa quella maglia dovrebbe sempre avere. La scelta di lasciare a Milanello ben 7 titolari è parsa quanto meno discutibile perchè se è vero che la gara non contava assolutamente nulla ai fini della qualificazione, è altrettanto vero che una vittoria avrebbe, almeno parzialmente, risollevato il morale dopo il pareggio di Benevento, mentre adesso, dopo il 2-0 incassato contro una squadra cuscinetto, il morale è proprio sotto i tacchi. 

Non c’è molto da dire sul piano tattico, con un Rijeka che parte aggressivo e che ha voglia di vincere per onorare la competizione fino in fondo, nonostante la sua estromissione sia ormai certificata. I croati passano subito in vantaggio con una punizione col contagiri calciata da Puljic ed i rossoneri si sgretolano come neve al sole. 

Non c’è una reazione veemente, non ci sono azioni manovrate che portano alla conclusione, non ci sono quelle verticalizzazioni tanto volute da Gattuso e non c’è neanche un possesso palla accettabile. La reazione dei rossoneri si limita solamente ad un’occasione creata da Cutrone, che fallisce il pallonetto, ma nella ripresa sono i padroni di casa ad assestare il colpo del k.o. con Gavranovic. 

Diventa oggettivamente difficile giudicare le prove di calciatori come Paletta e Antonelli (il primo alla prima apparizione stagionale ed il secondo comunque utilizzato col contagocce) o di giovani come Zanellato che giustamente non possono avere già adesso la personalità necessaria per tirare la squadra fuori da un momentaccio come questo, ma si può ampiamente discutere della lentezza con cui Lucas Biglia amministra il gioco, o della scarsa vena ed incisività di un Andrè Silva in serata-no, così come di Cutrone, che per lo meno ci ha messo la voglia di sempre. 

Il migliore (o forse sarebbe meglio utilizzare termini come “meno peggio”) in campo è stato sicuramente Davide Calabria, che ha dato buoni segnali almeno sul piano fisico e che ha macinato chilometri su chilometri sulla fascia, non riuscendo però a mettere in mezzo palle realmente pericolose da sfruttare per gli attaccanti. 

Ripetiamo, ai fini della qualificazione è stato un k.o. ininfluente e forse Gattuso potrà beneficiare dell’ampio tournover domenica contro il Bologna, ma di certo l’ennesima debacle dei rossoneri (anche se delle seconde linee), di certo non fa piacere a nessuno, dai tifosi alla dirigenza.