La leggenda vuole che ancora oggi, se viene nominato davanti a un tifoso del Milan, quest’ultimo farà gli occhi a cuoricino. Innegabile, infatti, il legame che unisce Alexandre Pato alla storia recente rossonera. Un pericolo in più per la Roma, avversaria del Villarreal ai sedicesimi di finale di Europa League. Lo scudetto e la Supercoppa italiana alzati al cielo nel 2011 sono la prova che la sua è stata tutt’altro che una comparsa in Italia. E che conosce piuttosto bene il calcio del Belpaese al punto da poterne sfruttare i punti deboli.
Pato, al secolo Alexandre Rodrigues da Silva, nasce a Pato Branco il 2 settembre del 1989. Prodotto del vivaio dell’Internacional, si trasferisce al Milan molto presto, a soli 17 anni. Era la squadra che si era appena laureata campione d’Europa e del mondo, non una a caso. Ma i 22 milioni di euro spesi per lui fungevano da ferrea garanzia: mai un club avevo speso una cifra così alta per un minorenne.
Tra gol e tanti problemi fisici, la sua parentesi di sei anni a Milano si chiude con due trofei, 150 presenze tra tutte le competizioni e 63 gol. Il ritorno in patria al Corinthians, poi al San Paolo, la grande occasione Chelsea. E infine il Sottomarino Giallo. 6 apparizioni e 1 gol in Liga, 2 i centri nell’edizione attuale dell’Europa League: Spalletti è avvisato.
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