Esclusiva Stadiosport – Gianluca Savoldi: “Oggi tatticamente si cura poco l’uomo in area. Allegri e Nicola da oscar, che bella l’Atalanta di Gasperini. La Juve può battere il Real Madrid”

In esclusiva ai microfoni  di Stadiosport.it, Gianluca Savoldi, figlio d’arte ed ex bomber di Cosenza e Reggina, due squadre che hanno segnato la sua carriera fino ad arrivare in Serie A. Oggi Savoldi si divide tra la ristorazione e il corso da allenatore, proprio su quest’ultimo punto avrà tanto da dirci, ma non ha trascurato gli accostamenti col padre durante la sua carriera calcistica e inoltre si è parlato degli argomenti più attuali, elogiando il lavoro di Massimiliano Allegri e Davide Nicola oltre a esprimere tutta la sua gioia per l’impresa dell’Atalanta, a cui lui è molto affezionato, essendo la squadra della sua città d’origine. Infine un pensiero rivolto alle due squadre calabresi che lo hanno lanciato nel grande calcio, convinto che presto torneranno grandi.

Cosa fa oggi Gianluca Savoldi ?

“Appena conclusa la mia carriera ho puntato nel settore della ristorazione, perché era una cosa che mi piaceva fare, ora invece mi sto concentrando a studiare per diventare allenatore”.

Visto che stai seguendo il corso d’allenatore, puoi dirci come va e quali sono i modelli a cui ti ispiri?

“Seguendo i corsi di Coverciano ci si rende conto come alcuni giornalisti siano lontani dal concetto di tattica e moduli, pur riempiendosi la bocca di termini tecnici, parlando di schemi di gioco senza poi averne le giuste competenze. Oggi guardando le partite noto che in fase difensiva alcuni allenatori difendono a zona curando solo le traiettorie, ignorando  l’uomo in area e non calcolando l’imprevisto, vale a dire un tocco o una deviazione. 

Per quando riguarda i modelli a cui potrei ispirarmi sarebbe facile nominare i più blasonati, ma questo volta ti spiazzerò facendoti il nome di Davide Nicola, che quest’anno a Crotone ha fatto un vero miracolo sportivo, conquistando una salvezza insperata, mi piace perché sa motivare i suoi giocatori, riuscendo ad ottenere il massimo. Oltre a Nicola non si può non prendere come modello Massimiliano Allegri, per il semplice fatto che non solo è un vincente, ma ha stile, carisma e grande intelligenza tattica. 

Un altro tecnico che adoro è senz’altro Jose Mourinho, a livello comunicativo è davvero eccezionale e in questo modo consente ai suoi giocatori di stare tranquilli, isolandoli dalle pressioni della stampa. L’ultimo nome, non lo menziono perché è meno importante degli altri, ma perché per me è stato una sorpresa pur avendolo avuto come tecnico a Crotone, mi riferisco a Gian Piero Gasperini, che nel corso della sua carriera è cresciuto sempre di più, realizzando con l’Atalanta un qualcosa di grande conducendola in Europa League, facendo un gran calcio e lanciando molti giovani. Tatticamente mi ha colpito la marcatura a uomo dei tre centrocampisti, mi ha ricordato l’Olanda di Louis Van Gaal”.

Nel corso della tua carriera da calciatore quanto ti ha pesato il fatto di portare un cognome così importante? Visto che tuo padre è stato uno degli attaccanti italiani più forti di sempre.

“E’ normale che abbia pesato, mio padre è il quindicesimo miglior marcatore nella storia del calcio italiano, quando porti un cognome così blasonato le aspettative nei tuoi confronti sono altissime e quindi non sempre ti facilita come molti possono pensare”.

Si è appena concluso il campionato di Serie A, un tuo pensiero?

” La Juventus si è dimostrata ancora una volta superiore sotto tutti i punti di vista, chi pensava che dopo il ko di Roma i bianconeri potessero perdere il campionato si sbagliavano di grosso. Allegri ha confermato di essere un grande allenatore e poi dietro c’è una struttura organizzativa societaria che funziona in maniera perfetta. Mi ha deluso l’Inter che dopo i tanti investimenti  fatti hanno fallito su tutti i fronti”.

Restando all’ultima giornata di campionato, che idea ti sei fatto sul ritiro di Francesco Totti?

” Totti è stato il migliore degli ultimi decenni, fuoriclasse assoluto, i suoi ultimi due anni però di carriera sono stati caratterizzati dai problemi con Spalletti, il quale si è messo contro la tifoseria, ma la colpa è della società che è stata assente nella vicenda e non l’ha saputa gestire. Forse Totti avrebbe dovuto andarsene prima, magari oggi staremmo a fare altri discorsi”.

atalanta serie a

Tornando al campionato come non si può non parlare dell’Atalanta, squadra a te cara essendo di origini bergamasche, come giudichi la loro incredibile impresa?

“L’Atalanta è stata grandiosa e mi ha regalato una grande gioia il suo ritorno in Europa dopo tanti anni, sono certo che la squadra non verrà smantellata e farà una buona Europa League, essendo una squadra giovane giocherà senza fare calcoli e con grande entusiasmo. La società è molto ben organizzata e saprà cosa fare, sicuramente bisogna ripartire da mister Gasperini e capitan Gomez”.

 Chi vedi favorita sabato sera nella finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid?

“Vedo favorita la Juventus anche se il Real ha una rosa molto più ampia, ma i bianconeri possono farcela a conquistare la coppa. Se la Juve dovesse vincere la Champions non mi sorprenderebbe un eventuale addio di Allegri, il quale andrebbe via nel momento giusto e ricordato come il tecnico più vincente degli ultimi anni”.

Sulle due milanesi invece cosa hai da dire?

“Il Milan con l’arrivo della nuova proprietà si sta muovendo meglio e sembrano avere già subito le idee chiare mentre sull’Inter prima ci vuole chiarezza tra le parti e poi investimenti oculati in base al tipo di progetto che si vuole sposare”.

 

La tua carriera è stata segnata tra Cosenza e Reggina, pensi che torneranno entrambe nel calcio che conta?

“Sicuramente si, ci vuole un pò di pazienza e creare quella giusta sinergia tra società, squadra e tifoseria, componenti fondamentali per tornare grandi. Oggi i tempi sono cambiati, ma è chiaro che entrambe meritano palcoscenici molto più importanti della Lega Pro.”

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