Esclusiva Stadiosport – Alessandro Ambrosi :”Ho detto no alla Serie A e Premier League per scelta, il Crotone è un esempio da seguire”

In esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it, Alessandro Ambrosi, ex bomber  con un’ottima carriera trascorsa a suon di goal tra Serie B e Serie C in piazze importanti come Isola Liri, Cavese, Crotone, Monza, Catania, Ancona, Pisa, Juve Stabia, Taranto, Cosenza e Viterbese. Oggi vive nella sua Fiuggi, scegliendo di rimanere sempre nel mondo del calcio occupandosi di scouting, passione avuta da sempre.  

Oltre a questo abbiamo parlato dei suoi trascorsi da giocatore, del suo ex Crotone e anche sul calcio d’oggi. Senza dimenticare i progetti importanti su cui è impegnato in Africa, dove vuole dare la possibilità di giocare a calcio a tutti i bambini della Tanzania attraverso l’apertura di un college .

Ciao Alessandro, un forte attaccante del tuo calibro che ha sempre fatto tanti goal ovunque è stato, come mai non è riuscito a raggiungere la Serie A ?

” Io avevo avuto la possibilità di poter approdare nella massima serie  dopo l’anno vissuto in B al Monza, infatti ero richiesto da Atalanta e Brescia, ma poi mi riscattò il Crotone che era salito dalla Serie C1 e non si fece più nulla. Nel 2001 invece avevo avuto anche la possibilità di poter andare in Premier League al Southampton, alla fine andai di nuovo in Serie B all’ Ancona. Io ho iniziato a giocare a calcio tardi, praticamente all’età di 24 anni e quindi ho preferito più affermarmi in categorie inferiori alla Serie A, scegliendo di sposare i progetti e perché no guardare anche il lato economico che non guasta”.

A proposito del Crotone, tu sei stato uno degli attaccanti più importanti nella storia della squadra pitagorica, ti ha fatto piacere che sia riuscito a salvarsi sorprendendo tutti?

“Il Crotone di quest’anno deve essere un esempio per tutti, bravo Nicola a crederci fino alla fine, riuscendo a compiere un’impresa davvero eccezionale. Va considerato inoltre che Genoa e Empoli già a marzo si pensava fossero già salve, invece hanno avuto un crollo psicologico e poi è diventata dura per loro ritrovare le giuste motivazioni per reagire una volta coinvolte nella lotta salvezza”.

Arrivare ad essere un professionista in Italia, è più facile oggi rispetto a quando giocavi tu?

“Chiaramente è molto più semplice oggi arrivare ad essere professionisti in Italia, perché il livello tecnico è calato parecchio, una volta il nostro campionato era il top ora invece è dietro a campionati come quello cinese o francese, anche andando più giù di categoria è ancora peggio, tenendo conto che è stata tolta una categoria come la Serie C2, è anche tutto dovuto alla crisi economica attuale. Oggi un giocatore basta che abbia doti fisiche e sappia tirare due calci al pallone arriva facilmente al professionismo. Il livello tecnico attualmente è basso, vedo alcuni giocatori oggi in A e B che difficilmente ai miei tempi avrebbero potuto giocare. Io ho avuto come compagni di squadra gente come Pino Tortora e Andrea De Florio, i quali erano davvero completi sotto tutti i punti di vista, poi non dimentichiamo che già in B ci giocava gente come Hubner, Gelsi, Filippo Galli, tanto per fare dei nomi e se giocavano ancora avrebbero potuto disputare tranquillamente i Mondiali”. 

Puoi parlarci della tua attività attuale riguardante il mondo dello scouting ?

” Qui a Fiuggi ho una società mia dove tutt’oggi sto lavorando anche se quest’anno ho fatto scouting per il Frosinone, poi è una mia passione da sempre dedicarmi ai ragazzi. La mia missione non è tanto trovare i talenti, ma preparare il ragazzo ad essere un bravo professionista, abituarlo al sacrificio e rafforzarlo caratterialmente per essere pronto anche ad affrontare anche eventuali delusioni. E’ un lavoro comunque che mi consente di viaggiare molto , adesso stiamo lavorando su un progetto in Africa, dove è nata una collaborazione per l’apertura di  un college in Tanzania, dando la possibilità a tanti bambini del luogo di poter giocare al calcio”.

Quale attaccante oggi ti impressiona molto ?

“Io stravedo per Cavani e Suarez, in particolare il primo, che lo reputo un giocatore straordinario, se fossi il diesse di una big lo prenderei subito. A me piacciono gli attaccanti che sanno attaccare gli spazi e a certi livelli se non hai uno così non si va lontano”.

Ti piace la modalità di come è formulata oggi la Lega Pro? 

“Non trovo corretto questo modo di far accedere ai play off anche squadre di metà classifica, perché va a discapito di quelle formazioni che hanno disputato un campionato intero nelle prime posizioni, avendo un notevole vantaggio in classifica rispetto a chi si è piazzato nono o decimo magari in maniera pure sofferta. Voglio pensare che questa formula sia stata ideata per consentire la regolarità delle partite fino all’ultima giornata. Brutto poi vedere piazze importanti come Reggina, Catania o Lecce in queste categorie, con il tifo e la passione che hanno devono stare per forza nella massima serie”.

Delle squadre dove sei stato, quale di queste è quella che ti ha lasciato qualcosa in più?

“Io sono stato bene ovunque ho giocato, ma giocare in piazze come Catania, Taranto, Crotone ti da qualcosa in più per l’entusiasmo che si vive, di conseguenza in campo dai tutto per forza, poi io ero uno che i goal li faceva e in più non mollavo mai “.

Quale allenatore ti ha lasciato qualcosa in più rispetto agli altri?

“Ne ho avuti diversi, ma mi sono trovato molto bene con Marco Cari, avuto nell’Isola Liri a inizio carriera e Fausto Silipo che mi ha allenato a Crotone e Viterbo, poi non dimentico Guerini, con il quale mi sono trovato bene al Catania”.

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