Come a Wimbledon Karolina Pliskova era riuscita a diventare numero uno del mondo senza disputare un torneo brillante, ma uscendo sconfitta al secondo turno contro Magdalena Rybarikova, così New York ha incoronato una nuova regina delle classifiche mondiali che nel main draw, non ha fatto poi così bene.

Garbine Muguruza è infatti diventata ufficialmente numero uno del mondo, nella classifica dell’ 11 settembre, pur avendo perso agli ottavi di finale a Flushing Meadows contro Petra Kvitova ma approfittando delle eliminazioni anzitempo anche della stessa Pliskova che tra l’altro difendeva la finale, di Elina Svitolina, di Simona Halep e di Angelique Kerber.

La spagnola è riuscita nel record, non proprio positivo, di diventare la prima giocatrice mondiale con il bottino di punti, conquistati in un anno, minore di sempre, da quando nel 2009 ne è stato modificato il sistema di assegnazione.

La quota di 6030 punti fatta registrare dalla spagnola, campionessa di Wimbledon, è infatti inferiore a quella di 6390 con cui la ceca Pliskova era diventata a sua volta numero uno nello scorso mese di luglio, stabilendo allora lei questo record negativo.

Il fatto che queste due ragazze abbiano raggiunto la prima posizione mondiale con così pochi punti, dimostra ancora una volta uno stato di incertezza per quanto riguarda le gerarchie del tennis in gonnella oltre che di discontinuità delle stesse protagoniste, incapaci di mantenere una certa costanza di rendimento per tutta la durata della stagione.

Un tennis incerto ed aperto ad ogni possibile scenario come dimostrano le sorprendenti ed inaspettate vittorie di Ostapenko e Stephens a Parigi e a New York o come dimostra il fatto che Muguruza, solo 3 mesi fa dopo il Roland Garros, era scesa addirittura alla 15esima posizione mondiale e con soli due tornei vinti, per quanto importanti come Wimbledon e Cincinnati, è riuscita a conquistare addirittura la vetta.

Mediocrità generale, debolezza delle numero uno o grande equilibrio, difficile da dire ma senza dubbio il divertimento non manca.