Sarà ancora Novak Djokovic contro Rafael Nadal come è stato per 55 precedenti confronti diretti, come è stato per ben 7 volte nella finale di uno slam, due di queste proprio a Parigi, come è stato in alcune delle sfide più incredibili degli ultimi anni.
Come i due si sono qualificati per il gran finale di domenica di questo atipico Roland Garros 2020, fino ad un certo momento sembrava molto simile, ma la partita di uno dei dei, ad un tratto, si è incredibilmente complicata.
Avanti per due set a zero, in vantaggio 5-4 nel terzo con il servizio e con un match point a disposizione, sembrava tutto fatto per Novak Djokovic, numero uno del mondo, contro il greco Stefanos Tsitsipas (6-3 6-2 5-7 4-6 6-1) per la seconda volta così avanti in uno slam.
Un match in controllo, gestito con la solita personalità, un gran numero di vincenti e un numero, invece, di errori non forzati, tenuto a bada, con percentuali importanti al servizio e, soprattutto, la proverbiale capacità del campione di vincere i game laboriosi, ai vantaggi, quei punti chiave.
Ma in quel decimo gioco del terzo set Tsitsipas è riuscito improvvisamente in quello che, fino a quel momento, gli era sempre sfuggito, operare un break talmente pesante da riaprire l’intera contesa e, replicando l’impresa poco dopo, il match, inaspettatamente si apprestava ad un quarto set.
E nel quarto set l’andamento è stato simile con Djokovic apparentemente in controllo ma incapace di chiudere i conti, di strappare il servizio all’avversario e, invece, vittima della tensione nel decimo gioco, ancora decisivo, perso da un vantaggio iniziale e con un incontro trascinato stranamente al quinto set.
A questo punto, subito giù una serie di statistiche: Djokovic ha perso soltanto una volta in uno slam da due set avanti, due in tutta la carriera comprendendo gli incontri di Coppa Davis, mai, invece, ha ceduto in un major dopo aver avuto e sprecato match point, insomma si era di fronte quasi all’impossibile.
E in effetti il quinto set ha ristabilito tutte le gerarchie iniziali, complice un grave calo fisico del greco, Djokovic, lucido, quasi ancora fresco, e cinico, perso il primo game, ha poi sfruttato ogni singola occasione a suo favore inanellando i sei successivi giochi e raggiungendo così una nuova finale slam.
Domenica, come già anticipato, il serbo se la vedrà ancora contro Rafael Nadal, re assoluto della terra rossa e di questo torneo e che, con la vittoria netta ai danni di Diego Schwartzman, (6-3 6-3 7-6) ha portato a 99 vittorie e sole 2 sconfitte il suo bilancio personale a Parigi.
Nadal, concentrato oltremodo per evitare lo scherzetto già subito dal piccolo argentino a Roma, ha giocato un match pulito, aggressivo, propositivo ma controllato, con uno score forse poco generoso verso Schwartzman ma sintomatico della prestazione perfezionista dello spagnolo.
Una sola sbavatura, come per Djokovic, al servizio per chiudere il match, ma, a differenza del serbo, Nadal ha ripiegato con successo al tie break, dominato senza cedere nemmeno un punto, emergendo brillantemente dai piccoli ostacoli posti sul suo percorso.
Il bilancio di incontri tra i due dice 29 a 26 per Djokovic con un’impennata di risultati favorevoli al serbo soprattutto negli ultimi precedenti, ma il fatto che a Parigi Nadal vanti 12 titoli e Nole solo 1, qualcosa vorrà dire.
Però, in una delle sole due sconfitte di Nadal sul Philippe Chatrier, spicca proprio il nome di Djokovic, l’unico a rifilargli tre set a zero, nei quarti del 2015, in un periodo senz’altro negativo per lo spagnolo ma in un precedente che, comunque, fa notizia ancora oggi, visti gli incredibili numeri di Rafa.
Quello che sicuramente non mancherà sarà lo spettacolo perché anche nelle loro sfide più a senso unico, nessuno dei due si è mai permesso di alzare bandiera bianca anzitempo, due autentiche macchine da guerra dal punto di vista fisico e mentale, due splendidi campioni che, se fosse possibile, sarebbe bello potessero vincere entrambi.
QUI, per il tabellone maschile aggiornato del Roland Garros 2020.
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