Tennis, Indian Wells: meraviglioso del Potro, supera Federer e conquista il primo Master 1000 della carriera

Una finale spaziale, sceneggiata da uno dei migliori registi nel creare suspense, emozioni e colpi di scena dall’inizio alla fine.

Juan Martin del Potro vince il suo primo Master 1000 della carriera ad Indian Wells, in una finale memorabile, contro un eterno campione come Roger Federer, dopo quasi due ore e mezza di durissima battaglia.

(Fonte: Twitter)

Un sogno per delPo che all’inizio del torneo aveva dichiarato, molto sinceramente, il desiderio di vincere finalmente un titolo di questo livello, ma non approfittando di un tabellone in discesa con incontri troppo facili, bensì, incrociando la racchetta contro King Roger, ancora imbattuto in questa stagione e alla caccia della sesta affermazione nel torneo californiano.

Il primo set è un dominio impeccabile di delPo che serve alla grande, comanda ripetutamente con il suo dritto devastante, tanto dall’angolo naturale quanto a sventaglio dall’angolo del rovescio, senza dare a Federer la possibilità di decidere lo scambio.

Un 6-4 netto, deciso, conquistato grazie ad un unico break nel quinto gioco del match e difeso senza tentennare fino alla fine del parziale.

(Fonte: Twitter)

Da qui, la partita si infiamma, Federer inizia visibilmente a sbagliare di meno, a reggere meglio la veemenza dei colpi a rimbalzo di delPo e del suo servizio devastante,  oltre ad alzare le sue di percentuali tanto durante lo scambio, quanto con i colpi di inizio gioco.

In un testa a testa forsennato dove cedere anche solo un millimetro all’avversario è una sicura condanna, Federer è il primo ad avere la grande occasione quando la sceneggiatura del film si accende pericolosamente.

Sul 4-5, delPo è costretto a rimontare due set point allo svizzero, ma è strabiliante il modo in cui annulla, in particolare, il primo, con un dritto a tutto braccio in uscita dal servizio su una risposta profonda e rapida di Federer.

Scampato il pericolo, ritrovando anche l’efficacia del suo servizio, il set si trascina al tie break dove anche il pubblico inizia ad entrare nel gioco.

Il tie break si infiamma nella metà, quando Federer strappa sul 3-3 un mini break cruciale a delPo e si invola 6-3 con tre set point in suo favore.

Il gigante di Tandill annulla bene con lucidità e precisione i primi due alla battuta, ma è il terzo quello che rischia di far girare la partita.

Al servizio sul 6-5, Federer cerca una traiettoria rapida, potente ad uscire sul rovescio di delPo che non contiene e sbaglia, sembra finito il set con il pubblico in visibilio che acclama Federer e con l’entusiasmo alle stelle per il terzo parziale decisivo ed imminente.

Ma l’occhio di falco, richiesto da delPo, cambia improvvisamente la decisione, la prima di servizio di Federer è fuori, il set non è chiuso e l’elvetico è costretto alla seconda che gioca con fretta e con il pubblico ancora in movimento per riprendere posto e che infatti, sbaglia, lunga di diversi centimetri.

Ritorna tutto in parità, 6-6 nel tie break, dopo cinque set point mancati dal recente campione di Melbourne e con l’argentino, invece, a due punti dal match.

Il nervosismo da parte di entrambi è alle stelle, l’arbitro non riesce più a tenere e a gestire il match in balia del caos generato da un pubblico estremamente rumoroso, e di parte, nell’immenso stadio di Indian Wells.

Federer sciupa un altro set point prima che delPo scagli sul nastro un dritto a sventaglio che gli avrebbe consegnato il match, e così, in un testa a testa forsennato, è la grinta di Federer in difesa ad emergere prepotentemente, costringe delPo ad una scomoda volèe, dopo un altro lungo scambio, che l’argentino tocca male e spinge lunga.

(Fonte: Twitter)

Un set pari, un match point sciupato, un pubblico in completo delirio, un’atmosfera caldissima anche dentro il campo ma il meglio deve ancora venire.

Il terzo set si apre e prosegue con estremo equilibrio fino all’ottavo gioco, sebbene sia delPo a soffrire di più nei suoi turni di battuta con Federer che risponde e difende decisamente meglio.

Non è un caso, quindi, che il primo break del match in favore dello svizzero arrivi proprio nel nono gioco del terzo set, quando la tensione sale vertiginosamente, e del Potro trema di fronte al primo pericolo.

Sembra tutto finito, l’argentino è stanco e scosso dall’ultimo break, Federer, che si è ritrovato con le spalle al muro, è in completa fiducia, ad un passo da un nuovo straordinario successo, ma, come detto, il meglio deve ancora venire.

Un ace preciso ed efficace con una traiettoria slice centrale da sinistra, consegna due match point consecutivi a Federer e sembra, una volta per tutte, davvero finita.

Ma qui, emerge il campione, quello che delPo è già, ma anche quello ancora più grande che, senza i tanti, troppi infortuni, sarebbe potuto essere.

(Fonte: Twitter)

Un solito dritto micidiale dell’argentino e due scelte pretenziose e poco lucide di Federer su alcuni colpi pesanti di delPo, spazzano via tre match point per lo svizzero e, alla seconda grande chance per riaprire completamente l’incontro, il campione di New York nel 2009 risponde presente trascinando l’esito della finale al tie break.

Malgrado un bilancio negativo di delPo nei precedenti contro Federer, l’argentino ha vinto tre delle cinque finali disputate contro di lui, e già una al tie break del terzo e decisivo set e non in un posto qualunque ma a Basilea, casa dello svizzero.

E adesso, sembra quasi di  essere in Svizzera perché il pubblico da ormai due ore, è protagonista di un incessante e rumoroso tifo per Federer che però, ora, nervoso e scosso dall’occasione sprecata, appare visibilmente teso e confuso.

Dopo mille capovolgimenti, dopo tanti colpi di scena, dopo innumerevoli emozioni e soluzioni da standing ovation, il tie break è l’esito più corretto, quello anche più atteso e quello più meritevole per un thriller di così alto livello.

Ma le occasioni gettate al vento, le immagini di quel decimo gioco potenzialmente decisivo pasticciato in quel modo, riemergono prepotenti nella mente di Federer che, tra errori e doppi falli (due nel solo tie break), si ritrova in un attimo sotto per 0-5.

Dall’altra parte della rete, invece, delPo è calmo, sereno ed estremamente lucido, continua a spingere, continua a dettare lo scambio con le sue conclusioni dirompenti fino ad osservare, in trepida attesa, con gli occhi speranzosi e con la voglia di liberarsi da una perfida tensione, la traiettoria dell’ultimo colpo di Federer che termina lungo, è finita.

Del Potro vince il primo titolo Master 1000 della carriera, a quasi trent’anni, nove anni dopo la meravigliosa favola a  New York, in una finale pazzesca ancora una volta contro Federer, il più grande, quello che rende i successi memorabili, più dolci ed indelebili nella mente e nel cuore.

(Fonte: Twitter)

Quel cuore che delPo ha sempre messo sul campo, anche quando tutto era tremendamente difficile al rientro dopo mesi e mesi di stop, dopo infortuni che si accavallano l’uno sull’altro impedendo di poter ammirare davvero lo straordinario campione che è.

Se c’è un Dio del tennis, dopo aver scritto questa sensazionale ed appassionante sceneggiatura, che lasci delPo immune dagli infortuni, perché è troppo bello vederlo giocare ed è troppo emozionante vederlo correre a prendersi ciò che per lungo tempo, gli è stato tolto.

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