Tra i ragazzi che hanno messo in luce il loro potenziale, seppure a sprazzi, solo in alcuni tornei, in questa stagione, vi è sicuramente Casper Ruud.

Il diciannovenne è il giovane più rappresentativo per il futuro del tennis scandinavo, ma non svedese come si potrebbe più facilmente credere, bensì norvegese e con una storia, alle spalle, di piccolo predestinato.

Infatti, Casper ha iniziato a giocare all’età di 4 anni incoraggiato dal padre, Christian, ex giocatore professionista con un best ranking di numero 39  ed una finale a Bastad ed un ottavo a Melbourne tra i suoi migliori risultati.

La speranza è che il figlio possa fare ancora meglio e le qualità, per quello che si è visto a livello juniores e in qualche frammento di esperienza nel circuito dei grandi, sembrano esserci eccome.

Il suo gioco, però, è stato fortemente influenzato dalla assidua frequentazione dei campi in terra rossa di Alicante e dalla scuola spagnola dell’allenatore Pedro Rico che hanno forgiato il tennis di Casper grazie anche ad una eccellente preparazione atletica e una acuta visione tattica.

L’idolo di Casper, quindi, non può che essere Rafael Nadal, ammirato per la grinta, il carattere, la forza di volontà per mettersi continuamente in discussione e per migliorarsi giorno dopo giorno.

Ma ammirato anche per la maniacale attenzione e cura della propria preparazione atletica e per il comportamento e l’atteggiamento in campo, sempre composto, sempre rispettoso di tutto quello che gli è intorno.

Insomma, se il talento, vedendo anche solo pochi scambi di Ruud, è palese e facilmente coltivabile, è tuttavia il suo stare in campo che gli fa attirare tante simpatie, tranquillo, rispettoso e mai sopra le righe, Casper, sotto questo punto di vista, incarna alla perfezione il ruolo del campione.

Passando più nel dettaglio per quanto riguarda il suo tennis giocato, è impossibile non notare la naturalezza e la disinvoltura con cui gioca sul suo lato destro, con il dritto.

Tra i due fondamentali da fondocampo, quest’ultimo è senza dubbio quello sul quale Casper deve fare meno sforzi, sia mentali che fisici, riuscendo a trovare con continuità e precisione, la giusta distanza dalla palla, il giusto timing, sia in fase di spinta che in fase di recupero.

Dal lato destro, Casper alterna micidiali accelerazioni a tutto braccio tanto in diagonale quanto in lungolinea, a dritti più lavorati, pesanti per l’ingente rotazione somministrata e vari nelle angolature più corte e strette a volte, più profonde e cariche altre.

Un colpo che esegue con estrema continuità e che, per la sua natura ricca di effetto e di rotazione che tende a far schizzare verso l’alto il rimbalzo, sembra plasmato apposta per regalargli tante soddisfazioni sui campi in terra rossa.

E non è un caso che, per ora, il migliore risultato della carriera nel circuito ATP, sia stato proprio sui terreni rossi del Brasile, a Rio de Janeiro nello scorso mese di febbraio.

La particolarità di questo fondamentale è la notevole varietà di possibilità a sua disposizione unita però ad una sempre alta validità nel colpo, nel senso che, decidendo di accelerare repentinamente o, invece, di “arrotare” la palla per disegnare traiettorie più lavorate, Casper riesce a perdere davvero poco in termini di efficacia.

E così il suo tennis può essere un micidiale mix, soprattutto sulla terra rossa, di aggressività e dedizione alla difesa, di spavalderia e di sofferenza, di spinta e di corsa a testa bassa, di vincenti e di recuperi.

Sul lato del rovescio la situazione è un po’ differente ed il lavoro del suo team dovrà concentrarsi parecchio sulla possibilità di migliorare un colpo palesemente più acerbo del fratello dritto.

Il rovescio è, senza dubbio, meno naturale con un movimento meno fluido, tendenzialmente più contratto, che lo porta prima di tutto, a prendersi pochi rischi, quasi incapace di andare per il vincente, e poi a perdere progressivamente campo se bombardato su quella diagonale.

Ed infatti, Ruud, consapevole di poter fare comunque affidamento su ottime qualità atletiche, finisce troppo spesso per indietreggiare eccessivamente rispetto alla riga di fondo, affidandosi quasi esclusivamente a back difensivi o rovesci più lavorati in top che però gli permettono, solo sporadicamente e per poco tempo, di rientrare a pieno regime nello scambio.

Basta osservare pochi punti per comprendere la evidente maggiore sicurezza nel dritto, colpo che infatti, Ruud, tende a giocare anche dal lato del rovescio spostandosi per liberare uno sventaglio di primissimo livello in tutte le direzioni.

Un colpo un po’ atipico è invece il servizio, sul quale Ruud non riesce ancora a trovare grandi velocità, sfiorando solo poche volte i 190 km/h.

E se è vero che anche il primo Nadal, quello giovane con la canotta, non aveva la potenza come connotato principale del suo servizio, anche Casper per ora, tende ad affidarsi a soluzioni più varie sfruttando un’ottima mano, un ottimo tocco, prediligendo in modo piuttosto evidente, le direzioni ad uscire, in slice da destra ed in kick da sinistra.

Queste due scelte pagano soprattutto sui campi in terra rossa, in particolare il kick, per un destro, da sinistra, ma sono anche sintomo di una brillante lucidità di gioco, permettendo a Ruud, se giocati con precisione, di aprirsi il campo per sfoderare i suoi potenti dritti.

Oltre ad alcuni piccoli accorgimenti per provare a rinforzare i suoi fondamentali al momento più deboli, un lavoro che Casper potrebbe già iniziare a svolgere è quello di rendere ancora più aggressivo il suo gioco.

Infatti, pur affermando di prediligere un tennis votato all’attacco e alla spinta aggressiva nello scambio, Ruud sembra fermarsi a tre quarti dell’opera, disdegnando e spesso quasi rifiutando, il gioco di volo nei pressi della rete.

Probabilmente ancora poco confidente con questa soluzione e con questo territorio, una maggiore abitudine a questo colpo potrebbe portarlo ad acquisire una nuova interessante arma nel suo bagaglio tecnico.

Dove però, come già detto in precedenza, Casper eccelle, è sicuramente l’atteggiamento sul campo, corretto, poco rumoroso, positivo e spesso sorridente, consapevole che la sua passione potrebbe portarlo davvero lontano ed intanto gli sta permettendo di vivere praticamente di un “divertimento”.

E questa non è una qualità da poco, anzi, probabilmente è quella preliminare senza la quale tutte le altre acquistano poco senso e finiscono per di più per essere spesso sprecate, perché su tutti gli altri aspetti si può lavorare con pazienza e dedizione, ma senza testa è difficile andare lontano.