Era il 12 settembre del 1999: l’allora tecnico del Real Madrid John Toshack mise improvvisamente in naftalina il grande vecchio Bodo Illgner, campione del mondo con la Germania e d’Europa proprio con gli spagnoli, e lanciò il giovanissimo Iker Casillas, diciottenne in rampa di lancio. Quella gara di esordio, in trasferta contro l’Athletic Bilbao, finì con un pareggio e Casillas giocò abbastanza bene. Toshack e il suo successore Vicente Del Bosque lo lasciarono nella formazione per tutta la stagione e da quel momento Casillas divenne inamovibile conquistando tutti i trofei possibili ed immaginabili con il Real e con la Nazionale spagnola, con la quale esordì poco dopo. Lasciò il club della capitale spagnola nel 2015 tra mille polemiche e si accasò al Porto.
La partita di ieri sera tra il suo Porto e lo Schalke 04 rappresenta un record per il trentasettenne estremo difensore: quella appena iniziata, infatti, è la ventesima stagione in Champions League, competizione che Casillas ha vinto tre volte e nella quale ha finora disputato ben 173 partite e della quale è primatista di presenze da ben tre anni.
Un ventennio di successi, questo, iniziato nel settembre 1999 con un 3-3 in trasferta ad Atene contro l’Olympiacos e che ieri è stato festeggiato con un altro pareggio, un 1-1, in una difficile trasferta in Germania. Che dire, Iker? Auguri, e sappi che quando nel giugno del 2019 ti ritirerai lascerai noi appassionati ancora più soli.
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