NBA Playoff 2018, recap 26 maggio: Golden State prima trema poi dilaga. Si decide tutto in Gara-7

Serata da win or go home alla Oracle Arena di Oakland, con i Golden State Warriors con le spalle al muro, costretti a battere gli Houston Rockets per non subire un’eliminazione per certi versi clamorosa. E, al termine di una partita letteralmente spaccata in due in quanto a dominio delle squadre, i ragazzi di coach Kerr riescono a mandare la serie a Gara-7, che si terrà al Toyota Center di Houston nella notte tra lunedì e martedì. Dato statistico: da quando esiste la divisione in Conference, ovvero dal 1975-76, questa sarà la seconda volta in assoluto che entrambe le Finali di Conference finiranno a Gara-7. La prima (e finora unica) si verificò nei Playoff 1979, con le sfide tra Seattle Supersonics e Phoenix Suns da un lato (4-3), Washington Bullets e San Antonio Spurs dall’altro (4-3), con i Supersonics a vincere le Finals 4-1.

Klay Thompson (35+6 rimbalzi e 9/14 da tre) ha trascinato Golden State alla vittoria su Houston in Gara-6 (foto da: youtube.com)

Californiani che da un lato devono ancora rinunciare ad Iguodala, dall’altro ritrovano dopo quasi due mesi McCaw; per i Rockets, spicca l’annunciata assenza di Paul. L’approccio alla sfida da parte degli Warriors, psicologicamente parlando, è negativo, producendo un primo quarto da incubo. L’attacco non gira e anche in difesa le cose non vanno meglio, lasciando troppa libertà agli avversari, che in questa situazione ci sguazzano bellamente. Ariza e Gordon cominciano fortissimo (10 ed 8 punti a referto nel periodo), conducendo Houston sul 13-6 (7’45” alla prima pausa); a questo primo tentativo di allungo i padroni di casa riescono a reagire, trovando il pari sul 15-15 con un tiro dalla media di Thompson (4’40” sul cronometro). Da qui in avanti, però, cala il buio su Golden State, e sale in cattedra James Harden. The Beard realizza 13 punti (15 nel periodo) nel break di 24-7 che ammutolisce la Oracle Arena e che consente ai Rockets di chiudere la prima frazione con un clamoroso 39-22.

 La situazione comincia a cambiare già nel secondo quarto, pur se Curry e Durant continuano a litigare con il ferro e gli ospiti sembrano in una condizione di leggerezza mentale invidiabile. E’ Thompson (10 nel periodo) a prendere per mano i compagni, sospingendoli in una faticosa rimonta che produce il -5 con 4’15” da giocare (50-45). Una mano la danno anche i Rockets stessi, perdendo un pò troppi palloni, anche in maniera banalissima. Ciononostante, nel finale di periodo i ragazzi di coach D’Antoni cambiano nuovamente marcia (ancora Harden e un pressoché infallibile Gordon sugli scudi), andando al riposo sul +10 (61-51).

Il secondo tempo vedrà lo scenario ribaltarsi completamente. Kerr si fa sentire negli spogliatoi e in campo ritroviamo degli Warriors trasformati. D’altronde, lo si capisce immediatamente con il break di 2-13 che apre il terzo quarto (63-64 dopo 3’36” di gioco), con un Thompson on fire da dietro l’arco (12 nel periodo). Houston reagisce di forza, con le bombe di Harden (10 nel periodo) e Green (74-70 a 5’57” dall’ultima pausa). In campo l’agonismo raggiunge altissimi livelli, provocando anche errori non forzati da una parte e dall’altra. Con il passare dei minuti, però, il gioco degli Warriors assume sempre più la sua solita fluidità, e una tripla di Thompson combinata a due invenzioni da distanza siderale di Curry producono il 77-84 con cui finisce il terzo quarto.

Il quarto periodo vede dei Rockets stremati alzare bandiera bianca. I texani producono un misero 4/20 dal campo, mentre i padroni di casa rifilano agli avversari un 2-17 nella prima metà di periodo. E’ Durant a realizzare i due liberi del +22 (79-101) che chiudono la sfida con 6′ d’anticipo, aprendo al garbage time nel resto del quarto. Finisce con un nettissimo 86-115 per gli Warriors; risalta il 25-64 con cui i californiani spazzano via Houston nel secondo tempo, oltre ai 21 palloni persi dalla truppa di D’Antoni. Per Golden State, il protagonista principale è Klay Thompson (35+6 rimbalzi e 9/14 da tre), supportato da Stephen Curry (29+6 assist), Kevin Durant (23+7 rimbalzi e 6/17 dal campo) e Draymond Green (solo 4 punti ma con 10 rimbalzi, 9 assist, 4 rubate e 5 stoppate). Non sono sufficienti ai Rockets le prove di James Harden (32+9 assist e 7 rimbalzi, con ben 9 turnovers) ed Eric Gordon (19 e 7/12 dal campo).

Di seguito, il riepilogo della notte:

WESTERN CONFERENCE FINALS

HOUSTON ROCKETS @ GOLDEN STATE WARRIORS 86-115 (3-3)*

*Tra parentesi, la situazione della serie.

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