Milan: in questo momento e contro questa Juve non si poteva dare di più

Il Milan ha provato a battersi con i mezzi, pochissimi, che avevano a disposizione ma sono crollati schiacciati dalla forza imperiosa dall’avversario, fallendo nei momenti chiave che avrebbero potuto cambiare la storia della partita. Solo gli episodi avrebbero potuto raccontarci un’altra gara, ma anche quelli sono stati favorevoli alla Juventus

Un Milan incerottato e falcidiato dagli infortuni ha perso contro una Juventus mai così dominante in Serie A: 34 punti su 36 disponibili è uno score che nessuno al Mondo aveva mai raggiunto. 
Eppure, con una squadra decimata, imbottita di riserve e con due giocatori a mezzo servizio (Kessie e Calhanoglu), i presupposti per narrare una partita diversa da quella che è stata ci sarebbero anche stati.

La Juventus inizia con il piglio giusto e passa subito in vantaggio, ma la scelta di Gattuso di schierare una squadra iper-offensiva con Calhanoglu, Suso, Castillejo e Higuain tutti insieme sembra premiare il tecnico rossonero. 
La Juventus non riesce ad affondare il colpo del K.O. mentre al 34′ arriva l’occasione più ghiotta che si potesse desiderare: il calcio di rigore per il Milan. 

milan

Premesso che Benatia andava sanzionato con il secondo giallo e dunque l’espulsione, va detto come non è stato belle assistere al “siparietto” (anche se durato appena qualche secondo) tra Kessie ed il Pipita per chi dovesse calciare il rigore. 
E’ vero che i rigori devono essere calciati da chi se la sente, ma è altrettanto vero che devono esserci delle gerarchie stabilite prima della gara.

Hanno sbagliato un po’ tutti. Kessie non ha fatto altro che mettere maggiore pressione al tiratore e Higuain ha sbagliato a ragionare solamente con la voglia di spaccare tutto e segnare contro la sua ex squadra. La panchina, in tutto ciò, non ha avuto la lucidità, la prontezza, o il coraggio di intervenire. 

Eccome come l’episodio che avrebbe dovuto cambiare l’inerzia della gara, che avrebbe potuto consegnare il pareggio al Milan e che avrebbe potuto obbligare la Juventus a continuare la gara in inferiorità numerica ha avuto un effetto boomerang per i rossoneri stessi. Paratone di Szczesny, punteggio inchiodato sullo 0-1, rossoneri demoralizzati e bianconeri galvanizzati. 

E’ stata una gara strana, dove la Juventus si è affermata sugli avversari senza strafare, senza forzare la mano e senza importi particolarmente. Anche nel secondo tempo, a dire il vero, ad essere decisivi sono stati tre episodi chiave:
1) Mazzoleni ed il Var Fabbri avrebbero potuto concedere un secondo rigore per un fallo di Chiellini, che prima trattiene Romagnoli e poi si lascia cadere. E’ stato fischiato un fallo in attacco. 
2) Laxalt perde una palla che ancora grida vendetta e consente alla Juventus di raddoppiare, proprio nel momento in cui doveva essere prodotto il massimo sforzo dai rossoneri per provare a riacciuffare il risultato e con Gattuso che aveva spostato il baricentro della squadra decisamente in avanti con 3 cambi molto offensivi.  
3) Higuain commette un fallo (il classico ponte) su Benatia ed il direttore di gara lo ammonisce. Il Pipita si infuria e chiede a Mazzoleni: “Perché ammonisci sempre me?”. Per l’arbitro non c’è da discutere e sventola in faccia all’argentino il doppio giallo. 
La reazione dell’attaccante è poi stata tragica, con compagni ed avversari, Matuidi e Ronaldo su tutti, che hanno provato a confortare uno sconsolato Higuain.

La nostra considerazione è che, un arbitro della caratura di Mazzoleni, chiamato a dirigere un big match, avrebbe dovuto gestire diversamente la situazione specialmente perché, seppur le proteste siano state senza dubbio ferventi, non gli era stato rivolto nessun insulto o espressione ingiuriosa.  

Che sia chiaro, la Juventus è nettamente superiore ed ha meritato la vittoria, ma esaminando attentamente la partita bisogna considerare che il Milan ha fatto tutto ciò che poteva contro una grandissima squadra, ma ha perso la partita nei momenti decisivi del match. 

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