Manchester United, fine era Mourinho? Speso 1 miliardo per venire eliminato dal Siviglia, giocare male, non vincere niente e rovinare la carriera a Pogba

La carriera di José Mourinho potrebbe magari non essere già del tutto giunta al capolinea, ma di certo si trova in una pericolosa fase di stallo.

Il suo Manchester United sta vivendo una stagione altalenante e al momento ancora priva di soddisfazioni e di contro piuttosto ricca di delusioni: ad Agosto già la prima, la Supercoppa Europea persa contro il Real Madrid – ex club di Mou- eliminazione ai quarti della English Football League Cup-di cui i Red Devils erano detentori- da parte addirittura del Bristol City, club della B inglese, in Premier League un 2° posto apparentemente senza soluzioni di continuità-la distanza dai cugini del City capolista sembra abissale sul piano non solo aritmetico, 16 punti sotto, ma anche tecnico-la recente clamorosa quanto inaspettata eliminazione dalla Champions League contro il Siviglia di Vincenzo Montella che si è addirittura concesso il colpaccio all’ “Old Trafford”.

Unica nota positiva i quarti di finale di FA Cup, plausibilmente unica competizione in cui i mancuniani possono considerarsi ancora potenzialmente in corsa, in cui affronteranno il Brighton.

Insomma, stante la situazione, Mou potrebbe ritrovarsi in una situazione inedita nella sua carriera, quella cioé di concludere la stagione senza vincere niente, a mani vuote o, come sue proverbiali parole nella celeberrima conferenza stampa del 1° Marzo 2009, con “zeru tituli”-fatto, appunto, mai accaduto nella pluridecorata carriera del portoghese, escludendo le 2 stagioni in cui non ha concluso la stagione al rispettivo club causa precoci esoneri, entrambi sulla panchina del Chelsea, nel 2007/2008 e nel 2015/2016-anche se in entrambi i casi non son chiare le circostanze degli allontanamenti, che secondo vie non proprio ufficiali sarebbero entrambe state di comune accordo.

Tutto questo a fronte di un enorme dispendio economico, si aggirerebbe intorno a 1 miliardo di € l’ammontare delle spese nella sua gestione, si pensi ad acquisti come Lindelof, 45 milioni complessivi, 38 per Bailly, 85 per Romelu Lukaku, e prima ancora Pogba, l’acquisto più costoso della storia dello United, 105 milioni.

Già, proprio Pogba, il figliol prodigo, che nel 2012 lo United svendette alla Juventus per appena 2 milioni per poi ricomprarlo, anche previo benestare dello stesso Mou-ricordiamoci che l’Inghilterra è una di quelle nazioni in cui gli allenatori sono anche manager-per poi ricomprarlo a quella cifra enorme, realizzando così una tremenda minus-valenza.

Minus-valenza che si ripercuote sul campo, dove le prestazioni del francese non son mai state particolarmente brillanti, tanto da spingere Mourinho a relegarlo in panchina, preferendogli forze più fresche. A 25 anni il francese sembra già sul viale del tramonto, e Mou potrebbe averne le sue responsabilità.

Il momento è davvero difficile per Mou, che ha fra l’altro su di sè gli sguardi cattivi di alcune leggende dello United, a rivolgergli aspre critiche per alcune sue scelte:

  • Rio Ferdinand critica l’approccio al return match contro il Siviglia e discute la scelta di dar fiducia a un Alexis Sanchez palesemente fuori forma;

  • Paul Scholes rincara la dose, definendo addirittura scadente la prestazione contro i castigliani e dichiarandosi perplesso della scelta di dirottare un Rashford sulla cresta dell’onda da parte opposta rispetto alla sua fascia di competenza, dove Mou gli preferisce Fellaini;

  • Dulcis in fundo la leggenda Sir Alex Ferguson, presente in tribuna ad Old Trafford, un fiume in piena nel post-partita, ma il cui sguardo diceva tutto già durante il match…

Il processo mediatico a Mourinho è esacerbato dai durissimi giudizi della stampa inglese-il Sun scrive di “Disasterclass”-oltre che da una contesa con un altro collega, l’olandese Frank De Boer, con il quale sarebbe in corso un’antipatica disputa: l’olandese, come Mou ex allenatore interista-anche se per molto meno tempo e con decisamente ben più scarsi risultati-aveva espresso perplessità sul modo in cui il portoghese gestisce il giovane talento Rashford, spesso messo fuori a beneficio del ben più esperto Alexis Sanchez, ritenendo insomma che il portoghese non stesse facendo la scelta giusta, dichiarazioni alle quali Mourinho stesso rispose assai duramente, “De Boer è il peggior tecnico della storia della Premier League-il portoghese allude alla breve e sfortunata esperienza dell’olandese al Crystal Palace, ndr- con lui Rashford avrebbe imparato solo ad essere un perdente”.

Non si è fatta attendere la controrisposta di De Boer, che smorza la tensione non rispondendo alla obiettivamente sgradevole provocazione di Mourinho, bensì spezzando una lancia a suo favore, “Apprezzo Mourinho, è abile tatticamente, sa come disturbare il gioco avversario, da lui avrei tanto da imparare”, parole che sembrano sincere da parte dell’olandese, non un becero tentativo di imbonirsi il portoghese nonché la stampa intera.

Per Mourinho questa è da considerare una sconfitta in piena regola, non solo sul piano sportivo ma anche, forse soprattutto, su quello diplomatico.

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