Così il tecnico giallorosso nella conferenza stampa che precede l’attesissimo match di domani sera tra Liverpool e Roma: “Affrontiamo una squadra differente dal Barcellona per ritmo e intensità“.

Eusebio Di Francesco

L’attesa è finita. Domani sera alle 20.45 la Roma scenderà in campo per l’andata della semifinale di Champions League contro il Liverpool di Klopp. Il tecnico giallorosso ha da poco terminato la consueta conferenza stampa di vigilia tenutasi alle 19.30 insieme ad Aleksandar Kolarov che i Reds li conosce bene per i suoi trascorsi al City.

“Cosa mi ha emozionato? La bellezza degli stadi inglesi. Già immagini l’atmosfera, noi non siamo abituati ad avere il tifoso dietro. E’ un aspetto bellissimo del calcio inglese” – le parole con le quali ha esordito Di Francesco. “Il Liverpool hai suoi tifosi ma li avremo anche noi. E’ fondamentale domani essere più squadra. Vogliamo giocare il nostro calcio e imporre la nostra idea, sfruttare le loro lacune senza cadere nel tranello di quello che vorranno loro” – ha continuato il tecnico giallorosso evidenziando tutti gli aspetti pericolosi della squadra di Klopp sui quali bisognerà fare attenzione.

Sulla formazione (e sul modulo) che scenderà in campo domani ad Anfield, il mister giallorosso non ha voluto sbilanciarsi più di tanto: “Non parlo di formazione. Schick e Under hanno entrambi il 50% di giocare. La squadra ha assimilato sia la difesa a 3 che a 4 e io devo scegliere di volta in volta a seconda dell’avversario. Non do indicazioni a voi né agli avversari, ma la cosa importante è che non deve cambiare la filosofia, l’idea. La differenza la farà il rimanere corti in entrambe le fasi di gioco“.

Ad accompagnare il mister giallorosso in sala stampa, il terzino sinistro Aleksandar Kolarov che ha anch’egli sottolineato la grandezza degli avversari, ma anche le ambizioni dei giallorossi: “Dobbiamo giocare da squadra. Loro non sono solo Salah, giocano a un ritmo altissimo e dobbiamo stare attenti a tutti i giocatori. Se possiamo vincere la Champions? – ha continuato il serbo – Se siamo arrivati qui ci dobbiamo provare. Ora viene il bello ma anche il duro. Noi siamo qui meritatamente e abbiamo l’obbligo di provarci“.