In pochi, a inizio stagione, avrebbero scommesso sul Barcellona campione di Spagna.
L’estate sembrava aver aumentato il gap tra un Barça che aveva appena perso Neymar e un Real Madrid campione di Spagna, campione d’Europa e che si era anche permesso di strapazzare i blaugrana nel primo impegno significativo della stagione, la Supercoppa di Spagna.
Subito erano piovute critiche sulla nuova gestione Valverde, critiche che a distanza di pochi mesi si sono trasformate in elogi per la squadra allenata da un uomo il cui soprannome è tutto un programma: el Txingurri, ossia la Formica, si è dimostrato un allenatore meticoloso e assolutamente all’altezza della situazione. Giorno dopo giorno, mattoncino dopo mattoncino, ha ricostruito una squadra reduce dallo straordinario ciclo Luis Enrique, ricompattando lo spogliatoio e dando al Barcellona una nuova identità: meno tiki-taka, meno spettacolo, ma un’inedita solidità difensiva.
Se l’attacco guidato da Messi e Suarez è l’indiscutibile punto di forza e ormai non fa più notizia (ieri ancora una tripletta per la Pulga, la trentacinquesima in carriera, sempre più lanciato verso il titolo di Pichichi e verso la Scarpa d’Oro), la novità di quest’anno è stata senza dubbio una difesa mai così impenetrabile, a partire da quel fenomeno coi guantoni che risponde al nome di Marc-André ter Stegen e passando per la leadership di Piqué e Busquets e la crescita straordinaria di Umtiti.
Altri protagonisti troppo poco celebrati sono Jordi Alba, Rakitic, Sergi Roberto, Paulinho, tutti determinanti in diversi momenti della stagione, così come è giusto sottolineare anche il fondamentale apporto di Coutinho, arrivato a gennaio dal Liverpool, e calatosi perfettamente nella nuova realtà barcellonista. Resta un oggetto misterioso Ousmane Dembélé, pagato in estate 105 milioni di euro più bonus, mentre l’impressione è che vari comprimari come Alcacer, Denis Suarez e André Gomes non verranno confermati a fine stagione.
E’ stata la Liga di Messi e Valverde, sicuramente gli uomini copertina di questo successo, ma verrà ricordata anche come l’ultima Liga di Andrés Iniesta che a fine stagione lascerà il Barcellona dopo 22 anni: le ultime partite saranno una passerella straordinaria per un autentico mito del barcellonismo e del calcio spagnolo in generale che ha annunciato il suo addio pochi giorni fa, a 34 anni e dopo 32 trofei vinti con la maglia blaugrana.
Unica macchia di una stagione che il Barcellona chiuderà con un sontuoso doblete Liga-Coppa del Re resta la drammatica partita di Roma: per qualcuno potrebbe addirittura determinare l’addio di Valverde a fine stagione, ma ragionevolmente la dirigenza del Barça punterà sul Txingurri anche la prossima stagione.
Al netto di tante polemiche non ancora placatesi del tutto, resta a referto la settima Liga vinta negli ultimi dieci anni: il Barça è ancora una volta padrone di Spagna e a Barcellona è ancora una volta tempo di festa.
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