Juventus: ecco tutta l’inchiesta di Report sul caso ‘ndrangheta

Il programma è andato in onda su Rai 3 lunedì 22 ottobre e promette nuove rivelazioni lunedì prossimo

Nessun dirigente della Juventus risulta coinvolto nell’inchiesta della procura di Torino sulle attività di una cellula della ‘ndrangheta, particolarmente attiva nella zona settentrionale del Piemonte. Questo il succo delle parole con le quali Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, apre il capitolo dedicato ai rapporti tra la dirigenza bianconera ed la tifoseria organizzata, dove ci sarebbero presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta.

Il servizio mandato in onda lunedì sera, il cui autore è Federico Ruffo, è partito da una data ben precisa: 21 Aprile 2013. In quella data si giocò Juventus – Milan ed in Curva Sud apparve uno striscione del tutto nuovo, ovvero “I Gobbi”. Ruffo spiega come per la procura di Torino quello sarebbe un chiaro segnale della presenza della ‘ndrangheta nel tifo bianconero. Ad aver stretto gli accordi con i vari gruppi della curva sono stati Rocco Dominello e suo padre Saverio, appartenenti alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno. Sarebbero stati questi due personaggi, secondo l’inchiesta, ad iniziare l’attività illecita del bagarinaggio, ovvero il vendere i biglietti delle partite a prezzi raddoppiati.

Tra questi gruppi, c’è quello dei “Drughi”, il cui capo era Raffaello Bucci, uno dei membri più importanti. E proprio Bucci si occupava del bagarinaggio che fruttava decine di migliaia di euro in occasione delle gare della Juve. Secondo l’inchiesta, fino al Maggio scorso andavano avanti queste azioni illecite ed ancora oggi potrebbero essere attive. Nel 2015, Bucci viene assunto dalla Juventus proprio per fare da tramite tra la tifoseria ed il club, diventando “supporter liason officer.

Tuttavia, un anno dopo, esattamente il 7 Luglio del 2016 Bucci viene trovato morto: si è suicidato. L’ex ultras della Juventus, come viene raccontato nel servizio e provato dalle testimonianze della compagna e dalle intercettazioni del security manager della Juventus, Alessandro D’Angelo, era “terrorizzato” dalle reazioni che avrebbero avuto alcuni esponenti del tifo organizzato dopo un suo interrogatorio in procura proprio relativo alla questione ‘ndrangheta e a quella del bagarinaggio. Inoltre, prima del suicidio, Bucci era già stato malmenato proprio a causa di soldi che dovevano tornare indietro, mentre suo figlio era stato minacciato. Tutto ciò ha mandato nel panico Bucci, fino a portarlo a questa tragica decisione..

Partendo dal suicidio di Bucci, la puntata prosegue aggiungendo altre testimonianze e riporta semplicemente quello che è già uscito fuori dall’inchiesta già passata in giudicato, mostrando i metodi che usava il tifo bianconero per far entrare nello stadio ciò che non doveva entrare. Qui è centrale la figura di D’Angelo che prendeva accordi con gli ultras per far passare senza problemi tutto ciò che i secondi volevano. In particolare, viene mostrato come D’Angelo permise agli ultras di far entrare due orribili striscioni che facevano ironie sulla terribile tragedia di Superga che coinvolse l’intera squadra del Torino.

Secondo Report, Andrea Agnelli era a conoscenza delle terribili azioni che hanno portato all’inibizione per tre mesi del proprio capo della sicurezza, ma secondo le sentenze ciò non è mai stato dimostrato. Lo stesso Agnelli ha ribadito quanto affermato dalla sentenza nella riunione del Cda bianconero tenutasi ieri, aggiungendo che quanto detto dal programma è falso e che la gente dovrebbe parlare con le sentenze in mano.

Nel frattempo Cairo, presidente del Torino, ha fatto sapere di volere le scuse del club bianconero. Scuse che vanno fatte non solo al Torino, ma anche alle famiglie coinvolte nella tragedia di Superga. Il presidente bianconero ha dato subito risposta a quello granata, affermando che la Juve si è già scusata e che molto probabilmente lo chiamerà in questi giorni.

Report ha sicuramente lavorato in modo scrupoloso su questa inchiesta ed il lavoro di Ruffo è encomiabile, ma non ha fatto altro che portare a galla processi già chiusi e giudicati. Il programma investigativo, però, non ha preso bene le parole di Agnelli ed ha subito fatto sapere che lunedì prossimo torneranno con nuove rivelazioni sulla vicenda. La faccenda, di sicuro, non si chiude qui.

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