Juventus, Corriere della Sera sicuro: no all’Italia e addio al calcio per Buffon

Secondo il Corriere della Sera, Buffon avrebbe deciso di ritirarsi al termine della stagione, rifiutando la convocazione del ct Di Biagio per le sfide amichevole con Argentina e Inghilterra 

Sono ancora impresse le lacrime per l’addio di Francesco Totti alla Roma e al calcio giocato, ma il prossimo potrebbe avvenire molto presto. Infatti, il prossimo campione del mondo in Germania nel 2006 ad appendere le scarpette al chiodo, che in questo caso sarebbero guantoni, potrebbe essere Gigi Buffon

Ma andiamo con ordine. Dopo gli Europei in Francia, il capitano della Juventus e dell’Italia aveva annunciato la sua decisione di giocare fino al Mondiale in Russia, dopo il quale si sarebbe ritirato. Ovviamente, con l’eliminazione, in questo caso non qualificazione, della nazionale alla competizione internazionale sarebbe caduta l’opportunità di battere il record di partecipazione a tale torneo. 

Subito dopo la debacle contro la Svezia, Buffon aveva annunciato il suo ritiro dalla nazionale con tanto di lacrime e sogni infranti. A questo, poi, si aggiungono gli infortuni subiti nei mesi scorsi, che hanno allontanato il fuoriclasse dal campo per qualche settimana, non permettendogli però di battere il record di presenze in Serie A di Paolo Maldini

Proprio per questo, erano circolate indiscrezioni, secondo cui Buffon sarebbe stato propenso a giocare un’altra stagione, prolungando il contratto in scadenza con la Juventus, ma con un ruolo da comprimario, così da accontentare e rispettare le promesse della società a Lucasz Szczesny, che, nel frattempo, si era dimostrato il perfetto suo erede. 

Con la nomina da parte di Billy Costacurta, sub-commissario della commissariata FIGC, nonché la promozione di Gigi Di Biagio a nuovo ct ad interim della nazionale maggiore, dopo le ottime esperienze con l’Under 21, e, ancora prima, con l’Under 20, sembrava potesse esserci la possibilità di una nuova convocazione in nazionale per Buffon, così da concludere la sua meravigliosa e vincente avventura con il tricolore in maniera meno sofferente, nelle amichevoli contro Argentina e Inghilterra a marzo. 

Buffon non deve finire con la Svezia. È una questione di storia personale, di prestigio, di ciò che Gigi ha dato al calcio.

Gigi Di Biagio

Queste stesse parole, dette da Di Biagio in buonafede e con la volontà di dare il giusto tributo al più grande portiere della storia del calcio, nonché al simbolo dell’Italia calcistica, sono state mal interpretate da Buffon, che le ha considerate come una sorta di passerella finale, più che come un modo per cancellare l’onta svedese. 

A questo, poi, si aggiungono tutte le etichette mediatiche fissate su Buffon, passato quasi come qualcuno che vuole togliere il posto ai giovani. Non c’è niente di più sbagliato, visto che il capitano bianconero si considererebbe, in questo nuovo corso, più come un saggio mentore, colui che può far capire ed insegnare il valore della nazionale ai giovani. 

Senza dimenticare, ovviamente, le critiche mediatiche dopo la prestazione abbastanza negativa offerta contro il Tottenham nel pareggio della sfida d’andata, arrivata dopo un’ottima continuità di rendimento, che sicuramente hanno offeso Buffon, sentitosi tradito proprio dal quel popolo italiano che troppo spesso ha difeso e ha innalzato con la sua carriera. 

La verità è che Buffon ha già preso la propria decisione per il suo futuro, che combacia perfettamente con quella della società, con quella della dirigenza e con quella del presidente Andrea Agnelli, come ammesso dallo stesso capitano bianconero. 

Le riflessioni sono già state fatte. Col presidente le idee combaciano alla perfezione. 

Gigi Buffon 

Ora, non resta che chiudere nel migliore modo possibile questa stagione. Non solo completando la rimonta e collezionando il settimo Scudetto consecutivo, oltre a disputare la quarta finale consecutiva di Coppa Italia, ma anche e soprattutto portando in bacheca quel grande sogno chiamato Champions League e una finale a Kiev da conquistare con la forza della propria orgogliosa esperienza e storia.  

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