L’Italia di Roberto Mancini vince anche la difficile trasferta contro la Finlandia per 2-1 seconda nel Gruppo J e conquista la sesta vittoria consecutiva su sei partite disputate nel girone, grazie al gol di Immobile e al rigore di Jorginho. Azzurri che salgono a 18 punti, a +6 dal secondo posto e a ben + 9 dal terzo, avvicinandosi ancora di più alla qualificazione aritmetica ad EURO 2020, che potrebbe arrivare già nelle partite del blocco di ottobre.

Vittoria e altri 3 punti pesanti conquistati dopo quelli ottenuti contro l’Armenia, ma altra prestazione in chiaro scuro della Nazionale che appare ancora in deficit di forma fisica e bisognosa di ritrovare i meccanismi giusti chiesti dal gioco di Mancini. Il Ct deve un po’ rimaneggiare l’11 iniziale rispetto alla partita contro l’Armenia, sia per far fronte a squalifiche (Verratti diffidato) e per bocciature tecniche. Sempre 4-3-3 ma con Acerbi ad affiancare Bonucci, Emerson Palmieri (sostituito dopo poco da Florenzi per infortunio) e Izzo. Centrocampo con Jorginho, Sensi e Barella. In attacco Pellegrini, Immobile e Chiesa.

Nel primo tempo l’Italia è contratta, lenta nel muoversi senza palla e pigra nelle idee. Di contro si trova una Finlandia compatta e difensivista che prova a pungere solo in contropiede, ma che non crea veri pericoli. Dopo pochi minuti esce Palmieri per infortunio, con Florenzi che lo rileva andando a destra e con Izzo che si sposta sul lato sinistro. Primi 25 minuti soporiferi con un centrocampo poco mobile e una fase offensiva innocua con il solito fumoso Chiesa, un irrilevante Immobile e con Pellegrini che fatica a trovare la posizione. Dietro con un’ipotetica difesa a 3 centrali di ruolo si rischia poco, ma Izzo per caratteristiche non spinge sul suo out (Florenzi dall’altra parte è più reattivo) e l’Italia compie complessivamente poco e che si sveglia solo dalla mezzora in poi, con due lampi firmati Sensi che sfiora due volte il vantaggio con due tiri pericolosi. 

Nella ripresa l’Italia non alza ritmo e intensità di idee e sbatte contro il muro finlandese, nonostante in mezzo al campo Sensi, Jorginho eBarella muovano la palla con più lucidità e efficacia. Serve un lampo all’ora di gioco per trovare il vantaggio: cross di Chiesa dalla destra su cui Immobile è bravo ad impattare di testa e segnare. Vantaggio ma Azzurri che rimangono complessivamente confusi e soporiferi e che al 72° concedono il pari su rigore ai padroni di casa da errato disimpegno. Serve un’altra azione nata dalla casualità, con Barella che caparbiamente ottiene un mani in area: Jorginho non sbaglia dagli 11 metri e regala la vittoria all’Italia che va a 18 punti nel girone, ma che ha convinto poco in queste due gare di settembre, vinte più per superiorità tecnica generale sugli avversari che per sostanza di gioco, pregio maggiore del ciclo Mancini. Parzialmente giustificata dalla cattiva forma fisica dell’intera rosa.

TOP

FLORENZI, 6.5: in netto miglioramento rispetto alla brutta gara contro l’Armenia, il terzino della Roma entra per sostituire l’infortunato Palmieri e offre una prova di sostanza dove soprattutto nel primo tempo spinge tanto sulla destra. Cala nella ripresa, ma non commette sbavature.

JORGINHO, 7: il più lucido del centrocampo azzurro per tutti i 90 minuti, nel primo tempo è quello più ordinato e composto anche se gli azzurri non carburano. Nella ripresa quando la squadra gira meglio va più in confidenza e ne guadagna in palleggio. Freddo e decisivo nel rigore che regala la vittoria.

SENSI, 6: nella seconda frazione del primo tempo è quello più attivo e in vista nel centrocampo dell’Italia: sfodera un destro al volo bellissimo respinto dal portiere avversario e prova un incrociato che esce di poco. Nella ripresa sua la colpa del rigore del momentaneo pareggio finlandese, ma generalmente una prova di qualità e di quantità.

FLOP

PELLEGRINI, 5: in calo rispetto all’Armenia, Mancini gli da fiducia buttandolo titolare come ala sinistra ma non è incisivo quasi mai. Fatica a trovar la posizione in attacco e spesso svaria per trovare palla, ma è poco cercato e si nota che è fuori ruolo. Più utile in fase di copertura quando aiuta a coprire i compagni di centrocampo.

CHIESA, 5,5: primo tempo disastroso in cui non fa nulla in fase offensiva ma almeno ci mette l’impegno nel ripiegare in fase difensiva. Nella ripresa non tocca palla se non per l’assist un po’ causale a Immobile per il primo vantaggio. Ma da un talento come lui ci si aspetta di più.

IMMOBILE, 5,5: trova l’importante gol del vantaggio per la squadra e personale (non segnava in Nazionale da 2 anni), ma a parte la zuccata con cui sblocca il match pare avulso dal gioco offensivo e dalle richieste di Mancini, faticando a manovrare e dialogare coi compagni. O si gioca in verticale o Ciro è quasi inutile.