Sembra non conoscere fine la lunga disputa riguardante la finale di ritorno di Copa Libertadores che River Plate e Boca Juniors attendono ancora di disputare. A causa dei disordini della scorsa settimana e alla conseguente impossibilità di poter giocare in un clima caotico, la Conmebol ha deciso di spostare l’ evento al Santiago Bernabeu di Madrid. Nelle ultime ore, però, il River Plate ha mostrato il proprio disappunto, pubblicando un lungo comunicato dove si mostra contrario a questa decisione.
La società dei Millonarios ha elencato vari motivi per giustificare il proprio dissenso. Innanzitutto, ha precisato di non aver alcun legame con i disordini che hanno provocato il rinvio della partita e di sentirsi parte lesa. “La responsabilità del fallimento delle operazioni di sicurezza relative a sabato 24 novembre è stata pubblica, apertamente assunta dalle più alte autorità dello Stato. Ciò equivale a dire che gli eventi di cui River Plate si rammarica non sono in alcun modo responsabilità del club”.
In seguito, all’ interno del comunicato si ricorda il danno arrecato ai tifosi «Più di 66mila persone presenti allo stadio hanno aspettato pazientemente per circa otto ore sabato e sono tornate allo stadio per la seconda volta domenica. A quegli stessi spettatori viene ora negata, in modo ingiustificato, la possibilità di assistere allo spettacolo, in virtù dell’evidente differenza di costi e della distanza propria del luogo prescelto”.
Infine, la nota ufficiale si conclude con la richiesta dello svolgimento del match a Buenos Aires. “È incomprensibile che il più importante match del calcio argentino non possa svilupparsi normalmente nello stesso paese, nei giorni in cui si svolge un G20. Il calcio argentino nel suo insieme e l’Associazione calcistica argentina (AFA) non possono e non devono permettere a un pugno di violenti di ostacolare lo sviluppo del Superclasico nel nostro paese”.
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