F1 – La Federazione Internazionale ha risposto ai sette team firmatari del duro comunicato con il quale hanno attaccato l’accordo di venerdì scorso tra la stessa FIA e la Ferrari
F1 – Si arricchisce di un nuovo capitolo la ‘battaglia politica’ che, in questi giorni che precedono il Gran Premio d’Australia, sta divampando nel Circus. Venerdì scorso, la FIA pubblicò un comunicato, con l’intento di chiarire l’esito delle indagini approfondite condotte sulla power unit 064 della Ferrari (usata nel 2019), a causa delle reiterate accuse della concorrenza di illegalità.
Con una formulazione a metà tra il grottesco e il criptico, però, la FIA non comunicò praticamente nulla di concreto, a parte uno strano ‘settlement agreement’ con la Scuderia di Maranello, che lasciava aperta la porta a qualunque interpretazione, anche la più complottistica possibile.
Ecco dunque che il comunicato de quo ha fatto letteralmente imbufalire Toto Wolff, il quale ha poi convinto Red Bull, Renault e McLaren, portandosi dietro anche Racing Point, Williams ed AlphaTauri, a sottoscrivere una dura lettera di protesta contro la Federazione stessa (e di rimando contro la Ferrari), pretendendo chiarezza, autorità e trasparenza, minacciando addirittura di riservarsi la scelta di adire le vie legali qualora le spiegazioni del massimo organo mondiale del Motorsport non fossero state considerate accettabili.
E oggi, puntuale, è arrivata la replica della FIA. Di seguito, riportiamo la traduzione del comunicato integrale: “La FIA ha condotto una dettagliata analisi sulla power unit della Scuderia Ferrari, essendo autorizzata a farlo per ogni concorrente del Mondiale di Formula 1. L’investigazione, condotta nel corso della stagione 2019, ha indotto il sospetto che la power unit della Scuderia Ferrari possa non avere sempre agito all’interno dei limiti imposti dal regolamento FIA“, si legge.
“La Scuderia Ferrari si è opposta a questi sospetti con fermezza, ribadendo di aver sempre operato secondo i regolamenti. La FIA non è rimasta pienamente soddisfatta, ma ha concluso che ulteriori indagini non avrebbero portato necessariamente ad un risultato definitivo, vista la complessità della materia e l’impossibilità di poter provare inequivocabilmente la presenza di un’infrazione“, continua.
“Per evitare le conseguenze negative provocate da una lunga causa legale” – prosegue il comunicato – “In particolare per l’incertezza legata all’esito della stessa e nell’interesse del campionato e dei suoi azionisti, la FIA, in base all’articolo 4 (ii) del suo regolamento giuridico e disciplinare, ha deciso di stilare un accordo efficace e dissuasivo con Ferrari per concludere la procedura“.
Quindi puntualizza: “Questo tipo di accordo è uno strumento legale riconosciuto come componente essenziale di ogni sistema disciplinare, usato da varie autorità pubbliche e da altre federazioni sportive per risolvere controversie come questa. La riservatezza dell’accordo è prevista dall’articolo 4, lettera 6 del regolamento giuridico e disciplinare. La FIA adotterà tutte le azioni necessarie per proteggere lo sport, il suo ruolo e la sua reputazione di organo regolatore del Campionato Mondiale FIA di Formula 1“.
Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi e, soprattutto, se Wolff e compagnia cantante caleranno il capo o proseguiranno nella loro offensiva. A mio modo di vedere, due sono gli aspetti da mettere in evidenza. Il primo riguarda la ‘forma’, nel senso che la FIA avrebbe potuto evitare tante polemiche esprimendosi in modo più chiaro (e anche con questo secondo comunicato non è che ci siano riusciti granché), oltre a sottolineare da subito la ‘copertura normativa e regolamentare’ del tanto discusso ‘settlement agreement‘ con la Ferrari.
Secondo punto. Credo che da tutto questo bailamme possa evincersi un dato di fatto, ovvero che la power unit Ferrari 2019, fino a prova contraria, fosse regolare. Con tutta probabilità con alcuni elementi era al limite (forse leggermente oltre), sfruttando zone grigie lasciate dal regolamento (come spessissimo fatto negli ultimi anni proprio dalla Mercedes, e prima ancora dalla Red Bull). La FIA ha indagato a fondo ma non ha trovato elementi per dichiarare questa (o queste) soluzione illegale, anche per dichiarata incapacità del controllore di andare a fondo nella comprensione del tutto. Questo è quanto…
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