A poche ore dall’attesissimo ed importantissimo Gran Premio d’Austria, si torna a parlare di quanto accaduto due settimane fa a Baku tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Nel paddock del Red Bull Ring, infatti, è presente anche Jean Todt, presidente della FIA, il quale ne ha approfittato per rilasciare una breve intervista a Sky Sport UK, spiegando i motivi che lo hanno spinto a convocare a Place de la Concorde il tedesco, lo scorso 3 Luglio.
“Nel recente passato, sia la Federazione che i commissari sono stati accusati di esser stati troppo severi nel giudicare gli incidenti tra piloti. Ed ero d’accordo” – esordisce l’ex uomo forte della Ferrari – “Nel caso del contatto di Baku tra Hamilton e Vettel, mentre guardavo la gara in televisione mi chiedevo curioso cosa avrebbero deciso i commissari. Sarebbe stato assolutamente inopportuno da parte mia chiamarli e dirgli cosa fare“.
“A mio modo di vedere, la penalità inflitta a Sebastian è stata pesante, modificando il vincitore del gran premio e facendogli perdere ben 13 punti in classifica” – continua Todt – “Ho deciso per la convocazione del pilota una volta saputo cosa era avvenuto nel dopo gara. Da quel che mi era stato riferito, Lewis non si era comportato diversamente rispetto alla prima safety car, mentre al contrario sia Vettel che la Ferrari si erano lamentati molto, sostenendo l’ingiustizia dello stop&go di 10 secondi. A quel punto ho pensato che sarebbe stato utile capire meglio l’accaduto“.
“Così ho chiamato il vice presidente FIA, Graham Stocker, e il direttore di gara, Charlie Whiting, chiedendogli di parlare con Sebastian, per avere un quadro più chiaro della situazione. Dopodichè i due sono tornati da me e mi hanno chiesto di convocare il pilota, cosa che poi ho fatto, come sapete“, conclude il presidente FIA.
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