La Ferrari approccia alla gara numero mille nella storia della Formula 1 con non pochi dubbi, ma anche con la convinzione di avere tra le mani un’arma, la SF90, che può far tanto male agli avversari. L’imperativo a Maranello è l’affidabilità, dopo i vari problemi che, dalla seconda metà dei test invernali, stanno affliggendo la monoposto italiana e che hanno tolto a Leclerc una vittoria meritatissima in Bahrain. Ma c’è anche la gestione dei piloti, che pone Binotto in una posizione non semplice nel prossimo futuro, diviso tra il dover sostenere in tutti i modi Seb e il non tarpare le ali a Charles. Passiamo comunque alle parole dei due ferraristi, a partire dal monegasco, presente in conferenza stampa.
“Come ho dimostrato in Australia, l’interesse della squadra per me è estremamente importante, ma in quel particolare momento avevo un vantaggio piuttosto grande” – dice Leclerc riguardo al sorpasso effettuato su Sebastian nelle prime fasi della gara del Sakhir – “Quando ho avuto l’opportunità di passarlo in rettilineo ho scelto di cogliere l’opportunità di un sorpasso sicuro, e sono andato. Abbiamo avuto un’ottima macchina in Bahrain, ma non vuol dire che l’avremo per tutto il resto della stagione. La Mercedes è molto più vicina di quello che cercano di far credere. Dopo il Bahrain l’umore della nostra squadra è comunque molto alto, e dobbiamo mantenere questa energia che credo sia molto positiva per tutti noi. La speranza, ovviamente, è quella di avere un fine settimana molto positivo“.
“È sempre molto bello ricevere apprezzamenti da Lewis o da Seb ed in generale dai grandi di questo sport, fa piacere. Poi però si va oltre, e non passo troppo tempo a pensarci. So che devo migliorare ancora” – prosegue – “Tornando al Bahrain, il problema avuto è stato più di un momento deludente; ma se ogni volta che c’è un problema si conquista un terzo posto, allora non è così male“.
Si passa poi a Vettel: “Nei test in Bahrain abbiamo potuto provare molte cose, che ci saranno utili sia nell’immediato ma anche in futuro. Vediamo se quanto fatto pagherà in questo fine settimana. Penso che il test sia stato molto utile, imparando alcune cose sulla macchina, sul suo comportamento, aspetti che forse non siamo riusciti a mettere a fuoco nelle prove di Barcellona, perché stavamo guardando altri aspetti. Il mio feeling con la SF90 non è ancora ottimale. L’Australia è una pista a sé, ma in Bahrain non ero ancora a mio agio, soprattutto con il posteriore“.
In Cina, Vettel punta ovviamente all’obiettivo massimo: “Siamo ancora all’inizio e non è ancora possibile capire precisamente quali sono i valori in campo. Indubbiamente l’obiettivo è quello di disputare un buon fine settimana, davanti alla Mercedes e a tutti agli altri. Il Bahrain? La mia gara è stata un po’ diversa da quella di Charles, ma questo non centra nulla con la motivazione che avrò qui a Shanghai. È normale che voglia battere tutti gli avversari, altrimenti non sarei qui“.
Sul compagno di squadra, Seb sottolinea di non averlo ancora inquadrato perfettamente, ma per lui ha fatto bene a superarlo al Sakhir: “Non mi sono ancora fatto un’opinione precisa su di lui, ma quanto visto in Bahrain ha messo in chiaro il fatto che sia velocissimo. Su questo siamo tutti d’accordo. Sul suo sorpasso, penso fosse abbastanza chiaro che a quel punto era molto più veloce di me. Avrei potuto reagire, ma avrei perso troppo tempo io ed anche lui, che in quel momento era molto più veloce“.
Domanda infine sul weekend #1000 nella storia della Formula 1: “Mio padre è sempre stato un grande appassionato, e non si perdeva un Gran Premio; ed io ero con lui. Il primo ricordo che ho è Senna che vince in Brasile, poi Michael, soprattutto quando è arrivato in Ferrari. Ricordo bene la sua prima rossa, non bellissima, nel 1996; il titolo perso a Suzuka nel 1998 e quello vinto nel 2000” – dice il tedesco – “Cosa provo nel vedere la mia foto accanto agli altri Campioni del Mondo? Orgoglio. È la testimonianza di ciò che abbiamo fatto. Sono orgoglioso di aver avuto un ruolo nella storia di questo sport, e penso che sarò ancora più orgoglioso tra qualche anno, quando non ne sarò più parte“.
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