Com’era ampiamente pronosticabile, la conferenza stampa dei piloti del giovedì del Red Bull Ring è stata dominata da quanto successo a Baku e, successivamente, a Place de la Concorde, Parigi, sede della Federazione Internazionale. Protagonisti assoluti, giocoforza, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton i quali, almeno a parole, spingono per una veloce chiusura, soprattutto mediaticamente parlando, del caso.
Queste le dichiarazioni del ferrarista, grande accusato per i fatti dell’Azerbaijan: “Ho rivisto le immagini e dalla macchina ho avuto una prospettiva diversa rispetto a quanto accaduto. Nel post gara ho telefonato a Lewis , ma quanto ci siamo detti resterà tra noi. Non vogliamo pompare ulteriormente la questione” – ha detto Vettel ai giornalisti presenti – “In gara ho preso una penalità, perdendo una potenziale vittoria. Ho parlato di decisione sbagliata; in realtà, l’errore è stato quella di affiancarmi a lui e di colpire la sua gomma. Non ho molto di più da dire“.
Vettel sottolinea che la sua reazione del momento sia stata provocata dalla convinzione che il rivale avesse fatto ‘brake testing’: “Credevo che avesse frenato di colpo, ma solo dopo mi reso conto che non aveva fatto il brake test. Sono rimasto sorpreso e ho reagito male istintivamente, ma non volevo danneggiare la sua vettura. Sono contento di sapere che quanto successo non abbia avuto impatto nei nostri rapporti, ma tutto dipende da Lewis. Credo che il rispetto reciproco resti e sono contento di sentire che siamo maturi per andare oltre a tutto quello che è successo“.
Infine, il tedesco della Ferrari sottolinea che, se potesse tornare indietro, non lo rifarebbe: “Ho sbagliato, ho chiesto scusa, ma questo non cancella quello che ho fatto. Potessi tornare indietro non lo rifarei. Ora però voglio soltanto guardare avanti e pensare a guidare“.
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