Il Coronavirus, ormai a tutti gli effetti ufficializzata come epidemia mondiale, sta colpendo pesantemente anche il mondo del calcio. I contratti dei calciatori, in particolare, potrebbero subire alcuni effetti. Vediamo quali.
Il ciclone epidemico denominato Coronavirus (Covid-19) ha travolto e sconvolto, oltre alle vite della gente comune, anche il mondo del calcio. La grande maggioranza delle competizioni nazionali e internazionali, infatti, sono state sospese e rinviate a data da destinarsi.
A dare il via, come prevedibile, il campionato italiano, essendo il nostro paese, attualmente, quello con il maggior numero di contagiati in Europa. A seguire, poi, hanno seguito l’esempio dapprima con la porte chiuse e poi con la chiusura definitiva, anche La Ligue 1 e la Liga Spagnola.
Ultima in ordine di tempo, anche la Premier League ha detto stop, ma solo dopo il rifiuto di molti calciatori di scendere in campo a causa di loro colleghi risultati positivi.
Anche la Champions League e l’Europa League hanno chiuso momentaneamente le ostilità, con il sipario avvenuto al Mestalla di Valencia e il poker di Ilicic che, ora più che mai, rischia di rimanere scritto sull’acqua.
Ad avere ripercussioni, oltre a regolare svolgimento di tutte le manifestazioni, saranno inevitabilmente, anche i contratti dei giocatori, soprattutto quelli militanti nei campionati dei paesi più colpiti dall’epidemia.
Il concetto su cui ruota tutto, ovviamente, è la possibilità di rescindere un contratto per una questione di giusta causa. Ma la strada appare quantomai lunga e difficile.
I regolamenti internazionali adottati dalle massime autorità del calcio mondiali, infatti, hanno un solo principio cardine in tema di contrattualistica: la stabilità.
Inevitabilmente, a seguito delle ripercussioni sanitarie che si creeranno quando tutto ciò sarà finito, o almeno contenuto, molti calciatori si potrebbero ritenere legittimati a on voler proseguire il loro rapporto con il proprio club.
L’articolo 14 del regolamento sullo status e sui trasferimenti dei giocatori ritiene stabilisce come la risoluzione del contratto non abbia conseguenze per enrambe le parti in presenza di giusta causa.
Quando la quesione verrà affrontata, sarà importante stabilire se l’epidemia da Coronavirus scatenata in questi e nei prossimi mesi, potrà essere considerata a tutti gli effetti una giusta causa per estinguere il legame del calciatore con il proprio club
Mancando una precedente situazione a cui far riferimento, infatti, occorrerà considerare molti fattori, primo fra tutti la difficoltà di poter garantire suddetto principio di continuità, avendo a che fare con un fenomeno esteso a livello globale, i cui effetti sono ancora incerti nel lungo periodo.
Qualora la FIFA ritenesse la Pandemia come una giusta causa, però, si innescherebbe un domino che coinvolgerebbe, presumibilmente, molti fra i giocatori più pagati del pianeta, che dovrebbero rinunciare alle loro pretese economiche nei confronti dei loro club.
In questo scenario una cosa diventerebbe chiara: la filosofia della stabilità contrattuale verrebbe notevolmente ridimensionata.
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