La Juventus compie un altro passo verso la corsa scudetto, prendendosi almeno per una notte la vetta della classifica dopo aver abbattuto non senza fatica il muro del Chievo.

Come da copione, bianconeri-in verde per l’occasione-a far la partita e padroni di casa arroccati in difesa, dove son decisamente ben organizzati, tanto da resistere per più di un’ora, soprattutto grazie alla grande capacità di imbrigliare a più riprese le trame offensive degli ospiti, che vedon perdersi soprattutto una serie di tentativi da incursioni laterali, grazie quindi alla grande organizzazione difensiva degli uomini di Rolando Maran.

Inutile negare quindi che le due espulsioni per i padroni di casa abbiano avuto la loro parte di importanza nell’andazzo del match, specie la prima, quella del giovane belga Samuel Bastien, il cui apporto in fase di rottura del gioco degli avversari era stato notevole. Il centrocampista sembrava aver preso di mira in particolare il collega avversario Kwadwo Asamoah, prima fermandone quello che poteva essere un pericoloso duetto con Mario Mandzukic, e poi commettendo su di lui curiosamente entrambi i falli che gli son costati le altrettante ammonizioni determinanti la sua cacciata dal campo dopo soli 36 minuti di gioco.

Qualcosa da dire anche sull’altro espulso della serata, Fabrizio Cacciatore, ironicamente parlando trasformatosi in preda dell’arbitro Fabio Maresca, che appunto lo caccia-stavolta senza ironia-dal campo al termine di un’antipatica polemica culminata con un ancor più antipatico-per così dire-gesto del giocatore, che incrocia i polsi a mò di manette, era stato lui l’autore dell’unica vera palla gol dei padroni di casa, ma comunque niente affatto pericolosa, un colpo di testa facilmente parato da Wojcech Szczesny, ormai sulla via del rimpiazzo di Gigi Buffon, al quale Max Allegri non concede la passerella per il 40° compleanno a cui il numero 1 bianconero è prossimo.

La Juve ci tenta quindi soprattutto con conclusioni dalla distanza, in particolare dei soliti Miralem Pjanic e Sami Khedira-autore del 1° gol del match-e con dei tentativi di incursioni laterali, specie di Douglas Costa, ormai perfettamente inseritosi nelle trame offensive bianconere, che però spesso vede le sue incursioni e i suoi crosso essere vani, non arrivare a destinazione ed essere respinti da una retroguardia scaligera, come detto, molto organizzata, almeno fino alla parità numerica.

Ottimo il dialogo instauratosi fra il brasiliano e un altro sudamericano, l’argentino Gonzalo Higuaìn, dopo vari tentativi l’ex Bayern riesce a servire a dovere il Pipita solo nel finale di gara, servendo un cross perfetto per la testa dell’argentino che infila la porta avversaria chiudendo il match e rompendo un digiuno realizzativo di ben 706 minuti-non segnava da poco più di 2 mesi e 7 turni di campionato, precisamente dal 1° Dicembre 2017, 15^ giornata, allorquando lui stesso decise lo 0-1 nel big match in casa del ‘suo’ Napoli-l’argentino va così in doppia cifra in campionato, 10° gol quindi, 13° in stagione.

Procede quindi la marcia della Juve, seppur un pò a stento-le precedenti due vittorie entrambe con sofferti 1-0 – e in maniera non particolarmente brillante sul piano del gioco, ma possibilmente anche con un pò di calcolata gestione delle forze e delle risorse energetiche, in vista di importanti impegni in un futuro ormai prossimo-Martedì 30 Gennaio subito di nuovo in campo per l’insidiosa trasferta in casa dell’Atalanta valida come semifinale di andata di Coppa Italia, e fra qualche settimana gli ottavi di finale di Champions League contro un complicatissimo avversario come il Tottenham di Pochettino.

Nel frattempo i bianconeri si godono, come detto in apertura di articolo, una quantomeno temporanea posizione in solitaria in vetta alla classifica, a quota 56 a + 2 sul Napoli, atteso in casa dal Bologna.