Romania-Norvegia, match valido per il gruppo 1 della Lega B della Nations League, è stato deciso a tavolino. I numerosi casi di coronavirus tra gli appartenenti alla nazionale norvegese hanno fatto slittare il match che si sarebbe dovuto disputare domenica scorsa.
La Norvegia non ha potuto lasciare la propria nazione su raccomandazione esplicita del Ministero della Salute. La stessa federazione calcistica, la NFF, ha provato più volte di convincere il governo a lasciarla partire. I suoi tentativi sono comunque risultati vani.
Tutto è partito da un caso di positività riscontrato nel gruppo dei giocatori prima di partire per giocare la partita Romania-Norvegia. Si è trattato di Omar Elabdellaoui e nonostante il parere favorevole dell’autorità sanitaria di Oslo, così come del protocollo UEFA, la nazionale non è partita per la trasferta.
Il ministro della salute Ben Hoeie si è opposto alla partenza del gruppo per il giorno 14 novembre. Lo ha fatto senza essere smentito, con l’autorità che gli compete. Ha rilasciato una dichiarazione esaustiva alla tv pubblica NRK:
“Se la Federcalcio sceglie di operare in una zona grigia legale, allora reagirò con forza”
La federazione norvegese aveva proposto un viaggio ancora più sicuro, dopo i divieti del Ministero della Salute. Ma anche questa opzione si è rilevata impossibile da attuare.
La risposta della federazione in un comunicato in cui si esprime preoccupazione per le loro ambizioni:
“A questo punto temiamo le conseguenze di non giocare e questo non fa bene alle ambizioni della nostra nazionale”
Il disappunto degli stessi calciatori della nazionale non ha però consentito di evitare i provvedimenti espressi dalla UEFA.
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