Non poteva essere diversamente. A partire dalla stagione prossima (2019-2020) la Uefa sta pensando di introdurre il Var nelle competizioni europee. Troppo precoce infatti l’introduzione per l’anno in corso, perché per adeguare stadi e arbitri serve tempo e non è possibile mettere la moviola senza preoccuparsi delle conseguenze.
In Italia stiamo assistendo a un fiume di polemiche sulle modalità di utilizzo, è bene che gli arbitri siano preparati al 100% su come si utilizza il Var. Inoltre per fornire tutti i campi della tecnologia è necessario investire cospicue somme di denaro nonché accrescere il numero degli arbitri. Una rivoluzione silenziosa ma necessaria dopo gli episodi di queste semifinali, che hanno condannato Bayern Monaco e Roma e che molto probabilmente con il Var sarebbero stati giudicati in maniera differente.
Il Var non elimina i problemi alla radice ma è indiscutibile che aiuti gli arbitri a prendere le decisioni più corrette. Pensiamo ai gol in palese fuorigioco, alle simulazioni, alle espulsioni. Il calcio italiano ne ha tratto sicuramente beneficio e con buona pace dei complottisti, si può affermare che gli episodi dubbi siano diminuiti drasticamente.
Il problema sarà abituare gli arbitri alla tecnologia e “abbattere” le manie di protagonismo che a volte portano gli arbitri a fidarsi troppo di se stessi (vedi Orsato con Pjanic). La grande rivoluzione è iniziata, non resta che aspettare una stagione…
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