E’ stata una serata importante quella di ieri per la FIA. Nella sua sede parigina a Place de la Concorde, il massimo organismo mondiale del Motorsport ha inaugurato la FIA Hall of Fame e, come prima mossa, vi ha immediatamente inserito tutti e 33 i piloti che hanno vinto in carriera un titolo mondiale. Presenti alla cerimonia Jackie Stewart, Mario Andretti, Alain Prost, Nigel Mansell, Damon Hill, Jacques Villeneuve, Fernando Alonso, Sebastian Vettel e Nico Rosberg. Assente Lewis Hamilton, che ha deciso di disertare l’avvenimento, mentre in rappresentanza di Michael Schumacher c’era Sabine Kehm.
Esposte nell’occasione anche alcune famose monoposto: in rigoroso ordine temporale, l’Alfa Romeo 158 di Nino Farina, la Ferrari 156 di Phil Hill, la Lotus Climax 25 di Jim Clark, la McLaren MP4/5 di Ayrton Senna, la Ferrari F1 2000 di Michael Schumacher e infine la Renault R25 di Fernando Alonso. Il presidente Jean Todt ha da subito annunciato l’intenzione di ampliare la Hall of Fame anche a Ginevra, oltre all’apertura nei prossimi anni anche ai campioni di altre categorie motoristiche.
Queste le parole a caldo del presidente FIA: “Questa Hall of Fame è stata creata per mettere in evidenza i campioni della storia dello sport automobilistico, che rappresentano o hanno rappresentato per la FIA valori come impegno, integrità, rispetto e sportività” – ha sottolineato Todt – “E’ la prima fase di un progetto ambizioso, poiché la nostra Hall of Fame si espanderà a Ginevra e nel corso dei prossimi anni saranno introdotti piloti di altre categorie. In questo modo potremo celebrare degnamente tutti i campioni FIA che hanno lasciato il segno e che rendono anche la storia del Motorsport ricca e stimolante“.
Sempre nell’ambito della cerimonia di inaugurazione della Hall of Fame, Jean Todt ha voluto omaggiare il grande assente, non per sua volontà ovviamente, Michael Schumacher. “Michael ci manca tanto, ma è ancora lì che lotta. E’ una persona molto speciale, lo è per il mondo dei motori e per me. E’ un vero amico e continua a lottare per riprendersi” – spiega Todt, il quale poi racconta un aneddoto risalente all’epoca d’oro a Maranello: “Eravamo ad inizio 2001 e nonostante fosse diventato campione del mondo l’anno prima mi chiese se potesse effettuare un test a Fiorano per accertarsi di saper ancora guidare. Poteva sembrare arrogante, ma in realtà era timido e sempre colmo di dubbi, soprattutto sull’essere ancora o meno un ottimo pilota“.
Così, invece la Kehm: “L’assenza di Michael si è sentita tanto. Sappiamo tutti che Michael dovrebbe essere qui, sono sicura che gli sarebbe piaciuto esserci. Ha sempre avuto il massimo rispetto per tutti i campioni che si trovano in questa sala e si sentirebbe onorato farne parte“.
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