Giovani talenti: ecco i migliori d’Europa

Negli ultimi anni, complice la crisi economica che ha investito anche il mondo del pallone, anche in quei campionati non proprio inclini a dar fiducia ai giovani, si è iniziato a lanciare in prima squadra ragazzini talentuosi pronti ad esplodere, tanto grezzi quanto affamati, grintosi e determinati. 

Il nome che è sulla bocca di tutti è inevitabilmente quello di Kylian Mbappè, francesino classe 1998 esploso con la maglia del Monaco, frantumando record su record in Ligue One e facendo luccicare gli occhi di mezza Europa grazie alle sue superbe prestazioni anche in Champions League, non patendo ansia da prestazione e non sentendo il peso della grande competizione, diventando anzi più determinante quando il gioco si fa duro.
In tre parole: animale da palcoscenico. 

In questa speciale classifica non si può non citare Dele Alli, centrocampista inglese classe 1996 in forza al Tottenham. Fisico prorompente e grande tecnica, fortissimo sia in fase di impostazione quanto in fase di copertura, può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, dimostrandosi un vero e proprio jolly che Pochettino ha saputo sfruttare al massimo in questa sontuosa annata, in cui i gol realizzati sono addirittura 21. Una vera e propria belva che si abbatte come una furia su ogni genere di avversario, sfruttando le sue ottime doti balistiche, fisiche e nel gioco aereo. 

In Premier Legue Alli non è l’unico baby fenomeno che è riuscito ad affermarsi. Al Manchester United c’è un certo Marcus Rashford, classe 1997, che è ormai una certezza, con la sua freddezza da veterano che lo spinge a segnare solo gol pesanti, come quello realizzato contro il Celta Vigo che a conti fatti ha regalato a Mourinho la finale di Europa League

Altro giovane arrembante che in è in questa stagione ha saputo ritagliarsi un ruolo importante in una corazzata come il Manchester City è senza dubbio Kelechi Iheanacho, esterno offensivo ivoriano, classe 1996, che ha convinto Guardiola a concedergli 28 presenze in stagione, condite da 7 reti. 

Chi invece non ha ancora avuto l’opportunità di emergere in prima squadra, è Ruben Loftus-Cheek, attaccante del Chelsea, classe 1996, che in questa stagione è riuscito a “strappare” a Conte solamente 6 spezzoni per un totale di 30 minuti, ma nelle giovanili continua a segnare a raffica e chi lo osserva da vicino metterebbe la mano sul fuoco che il ragazzo sarà un futuro crack

Klinsmann, ai tempi in cui allenava gli USA, fece di tutto per convocare in Nazionale il non ancora maggiorenne Christian Mate Pulisic, per vincere la concorrenza della Croazia ed assicurare il giovane calciatore al giro degli Stati Uniti.
Centrocampista classe 1998, in questa stagione è esploso definitivamente con la maglia del Borussia Dortmund, con cui ha racimolato più di 40 presenze condite da 5 gol ed 11 assist. 

Altra sentenza in questa stagione del Burussia è senza dubbio stato il più noto Ousmane Dembelé, implacabile attaccante classe 1996, che ha già addosso gli occhi di (almeno) mezza Europa. 

La Germania ha da sempre avuto un organizzazione eccellente del settore giovanile ed ogni hanno ha dato la possibilità a moltissimi giovani di imporsi in Bundesliga.
Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen sono tra le squadre che maggiormente rispecchiano questa filosofia societaria ed anche in questa stagione hanno confermato la loro fama. Dal settore giovanile dei rossoneri è emerso Julian Brandt, potente ala classe 1996, che in questa stagione rappresenta uno dei pochi motivi per cui la dirigenza delle “Aspirine” può sorridere, insieme al pari età Jonathan Tah, difensore centrale dal fisico granitico (194 centimetri) che in questa stagione a dire il vero ha anche offerto qualche prestazione poco convincente, senza però minare la convinzione comune che abbia un enorme potenziale a disposizione.

Se il Lipsia dei miracoli ha coronato una stagione da favola passando direttamente dalla Serie B tedesca alla meritata qualificazione alla prossima Champions League, è anche merito suo. Timo Werner, centravanti, classe 1996. Alla sua prima stagione in Bundesliga è stato capace di totalizzare la bellezza di 21 centri e 7 assist, numeri che gli sono valsi anche la chiamata in Nazionale.

Rimaniamo in Germania, spostandoci però di 420 kilometri, arrivando da Lipsia a Magonza, per osservare più da vicino le giocate di Levin Oztunali, ala classe 1996 che, dopo le importanti esperienze con le maglie di Werder Brema e Leverkusen, ha trovato continuità e fiducia con il Mainz, dove ha mostrato ottime cose ed ha aumentato anche il suo apporto in fase realizzativa. 

La Liga non è forse l’ambiente ideale per un giovane emergente, in quanto le squadre spagnolo preferiscono spesso affidarsi a calciatori già affermati e completi. Ciò rende ancora più impressionante l’ascesa di Marco Asensio, anche lui nato nel prolificissimo anno 1996, che ha trovato in Zidane un suo grande estimatore ed alla sua giovane età è riuscito a scendere 23 volte in campo con la maglia del Real Madrid, trovando il gol in 7 occasioni, realizzando un gol pesantissimo (all’esordio) nella Supercoppa Europea (disputata contro il Siviglia) e trovando il gol ad ogni esordio ufficiale: dunque anche in Liga, in Champions League ed in Coppa del Re.

Non possono non essere citati i vari Tielemans (1997), che da diversi anni ormai gioca ad alti livelli con il suo Anderlecht,  Bakayoko (1994), che in questa stagione è stato il perno del centrocampo del Monaco di Jardim, Dolberg (1997) e Kluivert (1999), attaccanti dell’Ajax che hanno trascinato gli olandesi ad 1 punto dalla conquista dell’ Eredivisie ed alla conquista della finale di Europa League, Inaki Williams (1994), che ha trovato la consacrazione come attaccante esterno dell’ Athletic Bilbao e poi ancora i vari Grimaldo (1995), difensore del Benfica, Jesus Vallejo (1997), difensore dell’ Eintracht o il 18enne Alban Lafont (1999), portiere del Tolosa.

Insomma, di talenti il Vecchio Continente ne è veramente straripante, molti non rispetteranno sicuramente le aspettative, schiacciati forse dal peso dei milioni che verranno pagati, altri invece confermeranno di essere dei veri fenomeni, costituendo il futuro del calcio europeo e diventando i nuovi Van Der Sar, Stam, Gerrard, Henry o Ronaldo

La stoffa non manca, la personalità nemmeno. Bisogna lasciarli giocare con gioia e serenità, stando attenti a non bruciare i più fiorenti prodotti dei vari vivai sparsi per l’Europa, dandogli fiducia e scommettendo su di loro, senza pressarli e lasciandoli maturare in santa pace, senza dimenticare che il campione più grande di tutti, sarà sempre quello che si diverte, giocando con la felicità negli occhi e la voglia di tirare calci al pallone come se fosse ancora un bambino, ma con la fame di vittorie di chi nella propria vita vuol realizzare un vero e proprio capolavoro. 

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