Il nuovo regolamento della Uefa permette anche alle migliori quattro terze classificate dei gironi di qualificarsi al turno degli ottavi di finale degli Europei in Francia

10 giugno 2016, ore 21:00, Stade de France a Saint Denis di Parigi. Segnatevi queste coordinate, perché inizia la festa. Proprio venerdì di questa settimana avranno inizio i tanto attesi Europei in Francia con la partita inaugurale dei padroni di casa contro la Romania, valevole per la prima giornata del Girone A. C’è ancora tanta paura per il pericolo di possibili attentati, ma il calcio potrà regalare normalità al sistema. 

La 15° edizione degli Europei avrà grandissime novità all’orizzonte. Infatti, per la prima volta, la Uefa ha imposto l’ampliamento del numero dei partecipanti a 24 nazionali, una sorta di Mondiale tutto europeo. Questo ha permesso la costituzione di sei gironi, contro i precedenti quattro, e, soprattutto, un nuovo sistema di qualificazione alla fase finale.

Non si avanzerà direttamente ai quarti di finale, come invece accaduto nel 2012 in Polonia ed Ucraina, quando l’Italia vide fallire i propri sogni di vittoria contro la Spagna, già campione in carica, in finale. Infatti, oltre alle sei vincitrici dei gironi e sei seconde classificate, anche le quattro migliori terze supereranno il turno e accederanno agli ottavi di finale. 

Insomma, se molti criticano la nazionale di Antonio Conte per la mancanza di qualità e talento rispetto al passato e in confronto alle altre top nazionali della competizione, l’obiettivo minimo degli ottavi di finale sembra essere davvero quasi impossibile da fallire. D’altronde, anche in passato la nazionale italiana ha vissuto nell’ombra dello scetticismo, ma è sempre riuscita a trovare le giuste forze per smentire tutti e conquistare grandi imprese. 

La sensazione è che l’esordio con il Belgio potrà rappresentare la reale competitività dell’Italia, che non potrà sbagliare la seconda partita contro la Svezia, probabilmente già decisiva ai fini della classifica. Sarebbe importante arrivare alla sfida contro l’Irlanda, più comunemente chiamata Eire, senza il patema dell’obbligo della vittoria.