Due settimane fa, quando i prati di Wimbledon erano ancora verdi e brillanti, probabilmente non avrebbe mai creduto di ritrovarsi a specchiarsi nel piatto più prestigioso del tennis, il sabato della femminile felice per aver vinto.
E invece Simona Halep, già campionessa slam a Parigi lo scorso anno, ex numero uno del mondo ed ormai da 6 anni tra i piani altissimi del tennis mondiale, ha realizzato la sua impresa più grande, un trionfo tanto inatteso quanto comodo, tanto incredibile quanto dominante.
Questo 2019 per lei era stato, fin qui, un altro nuovo anno di grandi eventi, prestigiosi risultati, partite importanti e sfide affrontate da favorita, ma il successo ancora le mancava, la difesa del titolo a Parigi era sfumata nella tensione con una sconfitta inattesa e, trovatasi a Wimbledon, non aveva chissà quali aspettative visto che l’erba, storicamente, non le aveva mai riservato particolari gioie.
Eppure il tennis, lo sport, offrono continuamente storie di questo tipo, risvegli inaspettati, conclusioni a sorpresa, emozioni pure, autentiche perché completamente imprevedibili un po’ come questo successo, maturato con una prestazione da manuale, perfetta, contro l’avversaria più difficile da poter sfidare sul Campo Centrale dei Championships.
In meno di un’ora di gioco, lasciando per strada appena quattro giochi, concedendo la miseria di tre errori non forzati, deliziando milioni di appassionati con giocate frutto di una combinazione perfetta di difesa e contrattacco, Halep è diventata regina di Wimbledon asfaltando Serena Williams, una che non solo andava alla caccia del titolo slam numero 24, ormai quasi una maledizione, ma che sull’erba londinese aveva già trionfato sette volte.
Un 6-2 6-2 inequivocabile frutto di una prestazione da vera numero uno del tennis, frutto di maturità e consapevolezza, ma anche di una serenità ed una fiducia inedite, unico suo cruciale punto debole in una macchina quasi perfetta per completezza tennistica di colpi, soluzioni e brillantezza fisica, maniacale nella sua preparazione.
E l’emozione per l’incredibile successo emerge con altrettanta potenza e sincerità quando confessa che il trionfo di Wimbledon era il sogno, non solo suo, ma anche della madre che quando Simona era una ragazzina la immaginava immersa nel verde con un luminoso piatto d’oro da stringere tra le mani e coccolare.
Uno slam meritato, conquistato con fatica e sudore, con la sforza di rialzarsi dopo la grande delusione parigina e di rimettersi in gioco per dimostrare di valere più di quanto conquistato finora, uno slam che le regala un sorriso tutto nuovo da sfoggiare sul campo da tennis dei sogni, proprio come il suo che finalmente ora è realtà.
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