Tennis: “Alla Scoperta Di, un anno dopo”: Sofia Kenin

Sofia Kenin è una delle giovani rampanti statunitensi più promettenti ed interessanti che il circuito femminile, in questi ultimi mesi, può offrire.

Per chi l’avesse sentita nominare poche volte durante l’anno, o non l’avesse affatto vista, la recente finale di Fed Cup è stata l’occasione per osservare più da vicino la statunitense di origini russe, nativa di Mosca.

(Fonte: Profilo Twitter Sofia Kenin)

 

Kenin, infatti, in seguito ai numerosi e poco piacevoli forfait delle varie Williams, Stephens, Keys e Vandeweghe, che avevano formato il team statunitense nelle ultime gare di Fed Cup, si è trovata ad essere la leader del suo paese al suo debutto con la maglia da titolare.

Ma se la vittoria finale è finita, come da pronostico, nelle mani delle padrone di casa della Repubblica Ceca, nessuno è rimasto indifferente di fronte alla tenacia con cui la giovane Kenin, ventenne da neppure un mese, ha dato, letteralmente, “tutto” per più di sette ore di battaglia in due giorni. 

NOME SOFIA
COGNOME KENIN
ETA’ 20
NAZIONE STATI UNITI
RANKING 52
W/L 2018 37/26
TITOLI WTA

 

Il 2018 della giovane Kenin è stato decisamente positivo, un anno di crescita, continua e costante, e di esperienze disparate sul circuito, tra belle vittorie, sconfitte inaspettate e grandi battaglie.

Oltre alla finale di Fed Cup, disputata agli inizi del mese di novembre, Kenin ha raggiunto per la prima volta le semifinali in un evento del circuito maggiore, nei WTA International di Maiorca e di Quebec City, oltre agli ottavi nei ben più prestigiosi Premier di Miami e Wuhan ed il terzo turno nello slam di casa a New York, ripentendo, così, il significativo risultato dell’anno precedente.

(Fonte: Profilo Twitter Ufficiale Sofia Kenin)

Nel mezzo, in piena estate, per inaugurare la stagione sul cemento nordamericano, Kenin ha conquistato il titolo ITF a Berkeley dove, partendo come prima testa di serie e favorita numero uno per la vittoria finale, ha sbaragliato la concorrenza con personalità ed autorevolezza.

Tra le piccole perle di questo suo 2018 impossibile non citare le prime affermazioni contro giocatrici classificate tra le prime dieci del mondo, nello specifico contro Caroline Garcia (6) sull’erba di Maiorca e contro Julia Goerges (10) sul cemento di Wuhan.

Ma ciò che spicca, alla fine dell’anno, è l’ingente balzo in avanti che Kenin ha registrato in classifica dove, dalla posizione numero 113 con cui ha aperto il suo 2018, è salita repentinamente fino alla 52 con best ranking di numero 48.

Quello che, però, sorprende di più parlando della giovane statunitense è che, a risultati già buoni per la giovane età e vista l’inesperienza ad alti livelli sul circuito, i margini di miglioramento sono presenti ed evidenti.

Dando infatti una rapida occhiata alle statistiche è impossibile non notare come, con i colpi di inizio gioco, servizio e risposta, Kenin ottenga veramente poco, divenendo così spesso costretta a sudarsi il punto con lunghi scambi.

51 ace e 116 doppi falli sono già cifre che rendono chiaro come il servizio sia più un boomerang che una vera e propria arma con cui superare le avversarie.

Ed in effetti la situazione poco felice con la battuta viene confermata da altre basse percentuali come il 47% appena di punti vinti con la seconda di servizio in campo, il 58% di punti conquistati in totale con il servizio ed il 53% di palle break salvate.

Un colpo probabilmente condizionato dall’altezza della ragazza nativa di Mosca che, con il suo metro e settanta, incontra inevitabilmente qualche difficoltà in più rispetto ad altre colleghe ben più fisicate.

Ma se il servizio può trovare, per movimento e limitazioni fisiche delle attenuanti, i numeri in risposta necessitano rapidamente di un deciso step in avanti.

(Fonte: Profilo Twitter Sofia Kenin)

Kenin, infatti, converte meno della metà delle palle break a disposizione, si aggiudica appena il 42% dei punti giocati in risposta ed il 34% di game in ribattuta, dati evidenti di un fondamentale che non frutta a dovere.

Per quanto riguarda il resto del suo gioco, perfettamente in linea con la nuova scuola tennistica, da fondo campo, colpi molto piatti e buona completezza da ambo i lati, il diritto si fa preferire al rovescio ancora troppo insicuro e altalenante per rendimento.

Il diritto è il colpo con cui riesce meglio a fare gioco, a tessere una manovra competitiva anche ad alti livelli sebbene la velocità di palla non sia ancora eccellente.

Ma il fondamentale destro risulta completo, vario e preciso verso un po’ tutte le direzioni del campo, meglio in diagonale con pregiate soluzioni strette, ma altrettanto buono anche nell’uscita in lungolinea sia rapido che in top.

Il rovescio, invece, è il termometro della gestione dei momenti di massima tensione, rivelando ancora alcune fragilità quando la palla si fa più pesante e la fiducia su quel colpo, più costruito rispetto al diritto, vacilla.

Anche il temperamento della giovane statunitense è ancora a fasi alterne, oscillante tra la tenacia e la grinta con cui non molla nemmeno quando lo svantaggio è marcato, e la paura e l’insicurezza che emergono prepotentemente quando il momento si fa teso.

(Fonte: Profilo Twitter Sofia Kenin)

Le sue performance nella finale di Fed Cup sono state, da questo punto di vista, piuttosto emblematiche: grintosa qualora ci fosse da recuperare, sostenuta dal suo gruppo in trasferta sugli spalti di Praga e dall’onere-onore di rappresentare la propria maglia, tremebonda e vittima del “braccino”, invece, ad un passo dal chiudere la gara.

Insomma, gli spunti che Kenin ha già lasciato intravedere in queste prime esperienze sul circuito maggiore, raccontano di una giocatrice spavalda, coraggiosa e piuttosto dotata tecnicamente ma con ancora ampi e percorribili margini di miglioramento.

Intanto, la direzione intrapresa sembra quella giusta e, con i giusti tempi, gli utili scivoloni e le dolci soddisfazioni, il momento dell’esplosione definitiva non tarderà ad arrivare. 

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