Dopo aver ripreso, in questi primi giorni di dicembre, i dieci migliori profili tra quelli segnalati un anno fa, parte oggi la nuova pagina che indagherà sui possibili talenti del prossimo 2019, a partire da Ugo Humbert.
“Alla Scoperta Di” edizione 2019, ritorna con dieci nuovi ragazzi e ragazze che si sono fatti già notare sporadicamente nella stagione appena terminata, e che avranno, tra qualche settimana, una discreta lente di ingrandimento sui loro risultati e sulle loro performance.
Tra questi vi è, senz’altro, il francese Ugo Humbert, classe 1998 e già capace di sfondare il muro dei primi 100 giocatori del mondo grazie ad una stagione significativa soprattutto a livello Challenger, circuito che, però, visti gli ultimi risultati inizia davvero a stargli stretto.
NOME | UGO |
COGNOME | HUMBERT |
DATA DI NASCITA | 26.06.1998 |
NAZIONE | FRANCIA |
RANKING | 84 |
COLPO MIGLIORE | ROVESCIO |
HIGHLIGHTS | W CHALLENGER SEGOVIA, ORTISEI E ANDRIA |
Tra la musica, pianoforte e chitarra, ed il calcio, tifoso del Metz, Ugo Humbert non ha mai avuto dubbi ed ha scelto il tennis, sport del quale si è innamorato vedendo sul campo le gesta amatoriali del padre Eric.
I coniugi Humbert, infatti, sono ristoratori da diversi anni ma, tra le tante passioni del padre, ereditate poi dal figlio Ugo, c’era anche il tennis che, a 5 anni, è entrato prepotentemente nella vita del giovane transalpino.
Un carattere serioso, pacato e piuttosto timido lo caratterizza ed infatti, quando quest’anno, in una delle tante finali giocate a livello Challenger, ha spaccato, per la prima volta, una racchetta, ci è rimasto così male che ha giurato che non sarebbe successo mai più.
Cresciuto con grandi attenzioni e grande sostegno da parte della Federazione Internazionale del tennis francese (FFT), che lo ha voluto dodicenne nel suo centro tecnico di Parigi, Humbert non sente ancora la pressione di un paese che, appena ha un potenziale campione, lo sovrasta di ambizioni e speranze.
Da ormai cinque anni, il giovane Humbert si allena sotto l’attenta guida di Cedric Raynaud che, nella crescita tecnica e personale del giovane francese, ha avuto un ruolo chiave, decisivo per convincerlo a pieno del suo potenziale.
Il tennis del ragazzo di Metz, infatti, fin dalle prime apparizioni juniores, si è palesato per un mix di pulizia tecnica e tattica stravagante, con giocate quasi desuete nel tennis moderno fatto di grandi servizi e potenti bordate da fondo campo.
Ad Humbert piace senz’altro il punto veloce, rapido, rifuggendo lo scambio lungo e logorante, ma preferendo soluzioni da prestigiatore, quasi estemporanee, come serve and volley, palle corte inaspettate, rotazioni ed effetti inusuali, un campionario di colpi tanto talentuosi quanto rischiosi ed emotivi.
Il primo grande merito, infatti, dell’ormai storico allenatore, è stato quello di convincere Humbert ad avere sì una pluralità di soluzioni nel suo bagaglio tecnico ma di dover scegliere, nella maggior parte dei casi, la via più adatta, meno spettacolare forse, ma anche meno rischiosa.
Così, se il suo colpo preferito rimane il rovescio e talvolta lo schema servizio e volée viene riproposto in tutta la sua preziosa antichità, Humbert è ben sostenuto anche da un solido diritto che, essendo mancino, vanta tutte le rotazioni, i tagli e gli effetti tipici e connessi, così come il servizio, agevolato da un’altezza che sfiora il metro e novanta.
Sebbene Humbert abbia, un po’ come tutti i francese, il sogno di trionfare sulla terra rossa parigina del Roland Garros, di fronte a migliaia di tifosi orgogliosi e patriotti, la superficie che meglio esalta le sue qualità è senza dubbio il cemento dove, ad oggi, ha ottenuto i risultati più significativi.
In questo 2018, fatto di buoni risultati nel mondo Challenger e di equivalenti progressi nella classifica ATP, Humbert ha brillato sul rapido di Segovia, Ortisei ed Andria, dove ha conquistato tre trofei così come a Gatineu e Granby, in Canada, e a Cassis, in Provenza, dove ha raggiunto la finale.
In mezzo ai successi su giocatori esperti e di discreto livello come i connazionali Pierre-Hugues Herbert e Quentin Halys, l’ucraino Sergiy Stakhovsky e lo slovacco Norbert Gombos, il ventenne francese ha ottenuto anche la prima vittoria della carriera in un major, sempre sul caro cemento, a New York, prima di perdere, comunque ben figurando, contro il tre volte campione slam Stan Wawrinka.
Nel 2019, dopo una stagione di crescita con risultati costanti e progressivi e densa di prime belle soddisfazioni, Humbert sarà atteso da un deciso cambio di passo in direzione del circuito dei grandi.
La scuola francese vanta, da sempre, una quantità significativa di giocatori tra i primi cinquanta-cento giocatori al mondo, lanciando spesso anche ottimi profili tra i primi dieci ed infatti, non hanno sorpreso, negli ultimi anni, i risultati importanti raggiunti nella competizione a squadre, la Coppa Davis.
Certo è che il grande fenomeno, il prezioso talento in grado di tornare a vincere un titolo dello slam sembra ancora mancare e questa ricerca, con il tempo, sta progressivamente aumentando il pericolo di divenire una vera e propria ossessione.
Ugo Humbert, così come Corentin Moutet visionato dodici mesi fa, sembra avere il potenziale per diventare uno dei protagonisti del mondo tennis del futuro, ma la strada è ancora lunga e piena di ostacoli che però, con le sue qualità, possono essere senz’altro superati.
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