Tennis, 2018 “Alla Scoperta Di”: Corentin Moutet

Nella storia del tennis, sono stati tantissimi i giocatori francesi che hanno saputo raggiungere risultati e piazzamenti prestigiosi, e quello che sempre ha sorpreso del movimento dei nostri “cugini” è stata la continuità.

Sicuramente il lavoro svolto dalla federazione nazionale, la FFT, è stato costantemente di primissimo livello, perché l’impressione, soprattutto a livello maschile, è che ci sia una profondità nel movimento tale da potersi continuamente rinnovare.

E se adesso, l’epoca dei  “4 moschettieri”, Tsonga, Monfils, Gasquet e Simon, si sta progressivamente, affievolendo, il tennis francese ha da poco festeggiato la conquista della Coppa Davis, finalmente dopo 16 anni, e ha trovato in Lucas Pouille un nome già pronto per i vertici mondiale,  ma, allo stesso tempo guarda già al futuro e spera tantissimo in un terribile ragazzino di nome Corentin Moutet.

NOME CORENTIN
COGNOME MOUTET
DATA DI NASCITA 19.04.1999
NAZIONALITA’ FRANCIA
RANKING 156
COLPO PREFERITO PALLA CORTA E VOLEE’
HIGHLIGHTS W BREST

 

 

 

Vedendo Moutet, quello che salta all’occhio è che non è alto più di un metro e novanta come la maggior parte dei suoi colleghi coetanei, ed il suo metro e settantacinque centimetri di statura è un po’ un’anomalia.

Proprio per la sua struttura fisica, le sue caratteristiche di gioco sono davvero riconoscibili e, in qualche modo, inedite in un tennis che progressivamente sta tendendo a diventare sempre più fisico e robusto, giocato di potenza.

Infatti, scorrendo il suo profilo sulla pagina del sito dell’ATP, fa rumore, alla voce “colpo preferito”, leggere “palla corta e voleè”, e non magari i più soliti “servizio” o “dritto”.

In effetti il tennis di Moutet è sicuramente già vario e stravagante ad appena 18 anni, e ,con ancora enormi margini di miglioramento, già è piacevole vedere giocare il giovanissimo francese che alterna a pesanti e piatti dritti mancini delle soluzioni delicate, di fino con palle corte e voleè.

Corentin ha iniziato a giocare presto, a soli 3 anni, con i genitori e fin da piccolo ha mostrato grande qualità che ha convinto la FFT a seguirlo da subito, nei primissimi eventi giovanili.

Mancino, con un fisico al momento esile, ancora da definire, a 15 anni si era già guadagnato l’interesse del pubblico francese con una wild card per le qualificazioni del torneo del circuito maggiore di Metz, rivelando doti da “enfant prodige”.

Però, non è tutto oro quello che luccica, e, se le qualità tecniche del giovane Moutet non si discutono, altre parole sono da spendere soprattutto per il carattere, nervoso, sopra le righe, spesso altezzoso e difficile da sostenere.

Quando scende in campo, infatti, è possibile vedere due versioni di Corentin, a seconda che il match stia volgendo sui binari a lui favorevole oppure no.

Ad un Moutet carico, che si incita ed incita il pubblico, che fa sentire la sua presenza all’avversario con pugnetti ed “allez” si può alternare un’altra versione in cui nervoso, svogliato e con fare strafottente butta via i suoi colpi scivolando velocemente sotto nel punteggio.

E questa incapacità di controllare il proprio carattere, di mantenere la stessa concentrazione e lucidità nell’arco di un intero incontro, potrebbe davvero essere un peccato nella carriera del giovane Moutet, perché le qualità tecniche come detto, sono davvero importanti.

Tra i fondamentali quello al momento più naturale e più affidabile è il dritto, spesso pesante e regolare nello scambio con un impatto molto piatto e rapido nel movimento.

Questa maggiore confidenza è evidente anche per il fatto che Moutet tende spesso a spostarsi sul lato destro per comandare con il dritto anche dall’angolo anomalo oltre alla abilità brillante di uscire dalla diagonale con fulminanti lungolinea a tutto braccio.

Il rovescio ,invece, balbetta ancora un po’ per quanto riguarda la quantità, in primis, ma anche la qualità perché basta davvero poco per evidenziare una maggiore difficoltà a trovare il vincente diretto con questo colpo.

Tuttavia la mano di Corentin è davvero delicata e fine e questo gli permette di trovare spesso angoli molto acuti anche dal lato destro, per lui del rovescio, aprendosi brillantemente il campo per poi chiudere verso la rete.

Il servizio, anche a causa, dell’altezza non nella media tennistica moderna, è un colpo che, certamente, non ha nulla a che fare con quello potente e fornitore di aces di alcuni suoi colleghi.

Però, Moutet riesce a sopperire ad alcune difficoltà a livello di velocità grazie ad un’estrema precisione e soprattutto grazie alla amatissima soluzione mancina ad uscire, da sinistra, che gli permette un affidabile uno-due servizio e dritto davvero micidiale.

Come detto, però, quello che rende unico il talento ancora grezzo di Moutet, è la varietà e la abitudinarietà anche a soluzioni un po’ demodé come palle corte, giocate con tantissima continuità, a volte anche troppa, e voleè senza disdegnare anche un ancora sporadico serve and volley.

Insomma, parlando di Moutet e vedendo alcuni suoi punti si nota subito  essere un predestinato, un grande talento del tennis del futuro.

Certo è che spesso la buona mano e la spiccata abilità tecnica non sono sinonimo di successo e di affermazioni, ma servono anche testa e fisico, due fattori che non strizzano ancora l’occhio a Corentin.

Ma se sul fisico, oltre che lavorare per migliorare resistenza e muscolarità, è più difficile intervenire perché donato così da madre natura, sulla testa i miglioramenti che devono avvenire sono davvero tanti e necessari.

Corentin dovrà sviluppare una solida sicurezza e confidenza di sé da poter ostentare, anche con un filo di arroganza come fa adesso, ma soprattutto con continuità, lungo tutti i momenti di ogni singolo match, cavalcando l’onda dell’entusiamo di quelli positivi e cambiando la rotta di quelli negativi.

Solo così, Moutet potrà far brillare definitivamente il suo enorme talento, e solo allora potrà ringraziare comunque madre natura che, pur non avendogli regalato straordinarie doti fisiche, gli ha fatto un dono fuori dal comune tra le mani, e sarebbe davvero un peccato sprecarlo. 

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