Sebastian Driussi è un attaccante del 1996 che non tutti conoscono. Milita nel River Plate ed è seguito da tempo da diverse squadre italiane su tutte, l’Inter. Mirabelli prima e Sabatini poi sognavano di portato a Milano, ma un episodio vergognoso ne ha condizionato il trasferimento e andrà in Russia, allo Zenit di Mancini.
La notizia vergognosa è la positività ad un test antidoping. Oltre a lui altri due compagni di squadra, Mayada e Martinez Quarta, sono risultati positivi ed ora il River Plate sembra essere nei guai. Al di là della coscienza o meno con la quale sono state assunte sostanze dopanti è assurdo che nel 2017 con i tantissimi controlli vigenti e con un codice etico da rispettare, ci siano ancora squadre e atleti che assumano queste sostanze.
Il primo colpo di mercato per lo Zenit di mister Mancini è proprio l’attaccante classe ’96. I russi pagheranno la clausola e nelle casse della società argentina arriveranno 15 milioni di euro, non pochi per un calciatore cosi giovane che ha ancora tanto da dimostrare.
Ma nel suo curriculum ci sarà per sempre questa macchia indelebile del doping, fenomeno che deve assolutamente estinguersi, perché il primo grande problema sono i gravissimi danni alla salute degli atleti usufruenti.
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