Tra pochi giorni verrà celebrato il Remembrance Day anche nel mondo del calcio con il simbolo del papavero in ricordo dei caduti in guerra. Ma la Fifa apre un caso internazionale e vieta di indossare in occasione delle prossime partite delle Nazionali, il fiore rosso, ritenuto un simbolo politico. Sconcerto nel Regno Unito.
Questa è la storia di un fiore. Un piccolo papavero rosso, naturale o artificiale non importa, che viene utilizzato l’11 novembre (giorno in cui nel 1918 finì la Prima Guerra Mondiale) da Regno Unito, Canada, Usa e i Paesi del Commonwealth, per ricordare i caduti in battaglia e commemorare la fine della Grande Guerra e di tutti gli altri conflitti armati.
Il Remembrance Day, istituito da Giorgio V nel 1919, vuole essere un’occasione per ricordare più nello specifico tutti gli appartenenti alle forze armate che persero la vita in battaglia. Che persero la propria vita per difendere la propria patria. E allora ecco che nei giorni attorno all’11 novembre viene fuori Poppy, il papavero che ricorda il rosso del sangue versato mischiato al verde del paesaggio naturale. La FA (Football Association) decide di farlo indossare ogni anno ad ogni calciatore di qualunque club e campionato britannico nel segno del più profondo rispetto per delle vite spezzatesi in guerra e di una tradizione da onorare e portare avanti.
Tradizione che condividono in tanti, molti, ma non tutti. Tra le note stonate, ad esempio, vi sono il centrocampista del West Bromwich, James McClean, che, puntuale come ogni anno, rifiuta di vedersi il papavero, il simbolo della memoria, sul petto o su qualsiasi altra parte del corpo, e sorprendentemente (di nuovo) anche la FIFA. Il massimo organo del calcio mondiale ha imposto il divieto alle Nazionali inglese, scozzese e gallese l’uso del fiore rosso sulle magliette o sulle fascette, in vista dei prossimi incontri validi per le qualificazioni mondiali. Secondo la FIFA il papavero (che nel Regno Unito viene indossato da milioni di persone nei giorni precedenti e successivi il Remembrance Day) sarebbe legato a questioni politiche, giustificandone così il divieto di farlo indossare ai calciatori.
Ma la FA non ci sta e insieme alla Royal British Legion (l’associazione benefica che contribuisce al sostentamento economico delle famiglie dei caduti e degli invalidi rimasti provati fisicamente e psicologicamente dai conflitti) con una nota ufficiale qualifica il Poppy come “un importante simbolo di ricordo, e non crediamo rappresenti un messaggio politico , religioso o commerciale, né sia legato a qualsiasi evento storico. In relazione agli accordi raggiunti con la FIFA nel 2011, la FA è intenzionata a tributare in maniera appropriata chi si è sacrificato indossando il lutto al braccio con il Poppy nell’anniversario del giorno dell’armistizio” (l’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, momento in cui l’armistizio divenne effettivo).
Cinque anni fa, nel 2011, la FIFA riuscì a far marcia indietro e a consentire l’uso della fascia nera col papavero sul braccio di ogni giocatore della Nazionale inglese in occasione dell’amichevole con la Spagna. Ora sembra essere ritornati nuovamente indietro di qualche anno: la FIFA vieta, la FA non ci sta, in Inghilterra si apre un caso internazionale e il popolo giustamente si indigna. Perché nel rispetto delle tradizioni che commemorano una causa così importante non ci deve essere FIFA che tenga. Fatalità, l’11 di novembre a Wembley si giocherà proprio Inghilterra-Scozia e il Poppy potrebbe unire due Nazioni tanto vicine geograficamente quanto lontane idealmente. E per onorare la memoria dei morti caduti in battaglia, come diceva anche De André, a volte può bastare anche un piccolo papavero rosso.
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