Sono svariati i punti affrontati dal presidente della FIGC Gabriele Gravina in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: tra i tanti argomenti scottanti, si è parlato anche del numero di squadre in Serie B e delle squadre giovanili in nel torneo cadetto, punti a dir poco esplosivi.
Gravina è per la soluzione a 22 squadre, ma è disposto, in caso di decisione in tal senso del Consiglio Federale, a tagliare al massimo due posti per tornare al format a 20 squadre in vigore fino al 2003. Viene respinta con decisione, invece, la possibilità di un torneo a 18 squadre avanzata dal presidente della Lega B Mauro Balata: “È innegabile che ci sia stata da parte del commissario una forzatura normativa, oggi si ritorna a leggere le norme. La B chiede un campionato a 18? La B tornerà a 22, l’ho già detto con chiarezza, a meno che non intervenga una decisione del Consiglio federale con la maggioranza dei tre quarti. Non saranno consentite ulteriori fughe in avanti. Se dovessi percepire minacce di nuovi contenziosi, adotterò tutti i provvedimenti necessari. Detto questo, possiamo stabilire il percorso che porti in via definitiva la Serie B a 20 squadre, con la mia disponibilità a proporre il blocco dei ripescaggi“.
Gravina è anche favorevole al semiprofessionismo in Serie C, ossia alla possibilità che i calciatori svolgano altre attività lavorative oltre a quelle per cui è sotto contratto con un club: “La riforma di tutti i campionati? Ho chiesto aiuto al Governo, ma fino ad oggi sono stati impegnati con altro. Ora sono tornati a concentrarsi sul progetto del semiprofessionismo. Se dovesse passare, scenderemmo a 40 squadre professionistiche, senza spargimenti di sangue. Viceversa, mi troverei costretto ad invocare un commissario ad acta, perché il sistema così non è più sostenibile. Il calcio non è dei presidenti, ma di milioni di tifosi. È a loro che dobbiamo dare certezze. Comunque con le nuove licenze nazionali che abbiamo voluto approvare, vedrete che ci sarà una selezione naturale. Per molte società non sarà facile rispettare l’indice di patrimonializzazione previsto in B e C“.
No, infine, alle seconde squadre, ritenute da Gravina un mezzo per risolvere il problema dei giocatori in esubero: “Per come è stato frettolosamente concepito e introdotto dalla gestione commissariale, non è il mio progetto e lo chiuderò. Dobbiamo lavorare ad un sistema diverso, che premi davvero i giovani, innanzitutto abbassando il limite da 23 a 20 anni. Per com’é ora, serve solo a schierare giocatori in esubero“.
In chiusura, ci permettiamo di suggerire una soluzione per il problema degli esuberi: l’abolizione dei prestiti. Così facendo, si potrebbe far sì che ogni squadra investa unicamente per quei giocatori di cui ha bisogno e si tutelerebbero gli interessi di quei giocatori costretti ad andare in prestito ogni anno e per questo impossibilitati a trovare stabilità.
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