Gli ultimi Technical Regulation Meeting sono stati incentrati anche sul chiarire (o almeno provarci) alcune questioni che ancora tengono banco nel Circus, ad un mese e mezzo dall’inizio del Mondiale 2017 in Australia. Se per quel che riguarda la procedura di partenza la Federazione ha vietato lo start pre-caricato (clicca qui), riportando il tutto completamente nelle mani del pilota, discorso diverso vale per la questione delle sospensioni.
In quest’ambito rientra l’ultima discussione avvenuta tra i direttori tecnici delle scuderie e la FIA, avvenuta un paio di giorni fa in Svizzera, a Ginevra. Il problema risiede nelle sospensioni a comando idraulico, che spinsero a Dicembre la Ferrari, per mano di Simone Resta, a chiedere chiarimenti alla Federazione su cosa fosse consentito o non consentito fare (in particolare sul poter accumulare e rilasciare energia con il sistema sospensivo, utilizzando sistemi del tutto simili a correttori d’assetto). Com’è risaputo, Whiting accolse un’interpretazione molto rigida del regolamento (il quale bandisce i dispositivi sulle sospensioni che possano avere anche un effetto aerodinamico, ad esempio variando l’altezza da terra della monoposto), al punto tale da mettere quasi nei guai la Red Bull.
Eppure, due giorni fa, la FIA ha rimesso, come si potrebbe dire, la palla al centro del campo. Era infatti richiesto un pronunciamento unanime da parte dei team sulla questione; cosa che non si è verificata. Rumors trapelati parlano di opzioni diverse presentate, che spaziano dal ritorno alla sospensione di tipo tradizionale (Ferrari) alle sospensioni attive, fino al mantenimento dello status quo, pur ripulendo il regolamento dalle zone poco chiare.
Fra pochi giorni, la Federazione dovrà diramare alle squadre la direttiva tecnica che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) chiarire la situazione. Motorsport.com ha provato ad anticiparne i contenuti, sottolineando come verranno considerati legali i sistemi sospensivi aventi esclusivamente impatto meccanico sulle monoposto e non anche aerodinamico. Ogni dubbio in proposito dovrebbe spingere a dichiarare illegale il dispositivo in questione. Sembra tutto chiaro, ma in realtà la risposta al quesito della Ferrari resta ancora senza soluzione. Prepariamoci, eventualmente, ad un avvicinamento alla prima gara di Melbourne decisamente caldo.
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