Il gran premio di domenica, come sappiamo, sarà davvero speciale per Jenson Button. Il pilota inglese, Campione 2009, lascerà il Circus dopo ben 17 stagioni, anche se rimarrà in McLaren come ambasciatore del gruppo e come tester. Una carriera, quella di Jenson, che lo ha visto infilarsi nell’abitacolo di Williams (2000), Benetton/Renault (2001-2002), BAR/Honda (2003-2008), BrawnGP (2009) e McLaren (2010 ad oggi).

Jenson Button, McLaren F1 (foto da: eurosport.com)

Al sito ufficiale della Formula 1, il 36enne di Frome ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Naturalmente, ogni carriera è fatta di alti e bassi e li ho sempre preferiti ad una carriera anonima” – dice Jenson – “Sostanzialmente si tende ad accantonare gli episodi negativi per ricordare solo quelli positivi. Io ricordo con piacere quando, nel 2009, ho tagliato il traguardo di Interlagos, diventando campione del mondo. Ricordo anche la prima volta che ho guidato una monoposto di F1, un evento speciale che non si può dimenticare facilmente. Fu nel 1999, a Silverstone, al volante di una McLaren. Un regalo che mi venne fatto per aver vinto il campionato di Formula Ford britannica“.

“Sono rimasto per così tempo in Formula Uno perchè sono stato in grado di adattarmi ai vari cambiamenti regolamentari che si sono susseguiti nel corso degli anni” – continua il pilota McLaren – “Bisogna essere in grado di farlo e soprattutto bisogna essere disposti ad apprendere sempre qualcosa di nuovo, perchè la Formula Uno è uno sport in continua evoluzione. In tutto ciò, naturalmente, anche la componente legata alla fortuna è importante. Ma in questo specifico caso, la fortuna bisogna sapersela costruire. Un pilota, poi, deve essere in grado di tessere le giuste relazioni tra le persone con cui condivide il box e i vari sponsor. E poi bisogna dimostrare di essere veloci in pista, che è ovviamente fondamentale“.

Quindi, Jenson passa a ricordare il papà, scomparso due anni fa e al quale era molto legato: “Mio padre è stato speciale per me, mi ha trasmesso la passione per i motori. Lui ha corso nel rallycross e mi piaceva osservarlo. Mi piaceva l’attenzione che mi riservava quando salivo sul podio. Gli ultimi due anni senza di lui sono stati difficili. Ad Abu Dhabi, per la mia ultima gara, potrò contare sull’affetto di mia madre, delle mie sorelle e di tanti amici. Sarà un fine settimana speciale per me“.

Chiusura dedicata al futuro: “Ci sono tante cose che vorrei fare” – conclude l’inglese – “Voglio tentare di vincere il titolo di triathlon nella mia categoria di appartenenza. Quindi, mi piacerebbe correre a Le Mans. Ma anche il rallycross è una categoria che figura tra le attività che ho in programma di svolgere“.