F1, Hembery e la sua proposta di riforma: “Campionati regionali e BoP”

Con il Patto della Concordia in scadenza a fine 2020 e l’ingresso in Formula 1 dei nuovi proprietari di Liberty Media, le proposte di modifica del Circus, più o meno radicali, fioccano, alimentando il dibattito tra gli addetti ai lavori e i fans. Ultime in ordine di tempo sono le parole rilasciate a Motorsport.com da Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport, destinate a far discutere non poco.

Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport, ha avanzato la sua proposta (radicale) di modifica della Formula 1 (foto da: futuretransport.com.br)

Hembery comincia dall’attuale situazione di disparità tra i vari costruttori, arrivando a proporre una sorta di BoP (Balance of Performance) per permettere a tutti di battagliare ad armi pari. “Se si vuole un campionato per Costruttori, bisogna creare una situazione a lungo termine nella quale tutte possono partecipare e magari non vincere, ma senza correre il rischio di crearsi un’immagine negativa, come sta accadendo alla Honda” – spiega Hembery – “Molti marchi si sono orientati verso la Formula E, altri si sono impegnati nel GT perché è stato trovato un bilanciamento delle prestazioni. So che l’adozione di un BoP in F.1 sarebbe contraria alla visione di tutti i tecnici che ci sono nel paddock, ma si è visto a Le Mans che è possibile trovare un punto di equilibrio pur con soluzioni tecniche molto diverse e spendendo delle cifre ragionevoli. Al giorno d’oggi in Formula 1 si spendono cifre irragionevoli e bisogna fermare questa escalation“.

E’ necessario rimettere il pilota al centro della scena. Il pubblico deve capire se un pilota riesce a fare la differenza su un avversario, e la loro domanda più ricorrente è ‘chi è il pilota migliore?’. I tifosi preferiscono identificarsi in un pilota più che in una squadra” – prosegue l’inglese, che poi avanza una sua proposta molto particolare riguardante il calendario del Mondiale.

Io credo che sia possibile creare dei campionati regionali per aree geografiche, ovvero America, Europa, Asia. La serie americana potrebbe comprendere le gare di Città del Messico, Austin, Montreal e Interlagos. A queste si può aggiungere un GP in Argentina dove c’è una passione folle per la F.1 e un altro paio di gare negli Stati Uniti. Il tutto occuperebbe non più di due mesi. Le gare le metterei una in fila all’altra, per creare poi una pausa nella quale le squadre potrebbero avere il tempo di sviluppare le macchine per la serie successiva. In questo modo si creerebbe un interesse a livello regionale che adesso si fa fatica ad alimentare essendo il campionato molto focalizzato sull’Europa. La diffusione televisiva dei GP è studiata in funzione degli orari del Vecchio Continente. E, invece, si potrebbero lanciare tre mini campionati per poi assegnare il titolo mondiale come sempre“.

Illustrai questa mia idea a Bernie Ecclestone, ma adesso Liberty Media sta lavorando a qualcosa di simile. I Piloti? Non credo avrebbero problemi a sopportare quel numero di gare in back-to-back, ormai sono super-atleti. Inoltre la Formula 1 dovrà creare un maggiore collegamento con i propri tifosi ed aprirsi molto di più al mondo digitale. La Formula 1 non è ancora come il calcio che riesce a calamitare sulle pay-tv i propri tifosi, magari succederà fra 20 anni. Nel frattempo dovremo fare in modo di portare i GP su delle piattaforme più fruibili“, prosegue Hembery.

Infine, Hembery parla del lato tecnologico della Formula 1: “Oggi si usano tecnologie che non riusciamo a spiegare al grande pubblico e io opterei per una semplificazione. Si potrebbe portare in Formula 1 un display come quelli già presenti sulle auto ibride di tutti i giorni, nel quale è possibile osservare da dove arriva l’energia e come si sfruttano le batterie. In questo modo gli appassionati avrebbero modo di capire come funzionano le cose. Dobbiamo fare uno sforzo per rendere più fruibile la conoscenza di questa tecnologia. Non bisogna rivelare i segreti delle monoposto o delle power unit, ma i concetti che hanno portato a certe scelte“.

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