Nuovo capitolo del duello tra il patron della scuderia Force India, Vijay Mallya, e il Governo indiano. Mallya infatti è stato arrestato dalla polizia inglese nella giornata di ieri a Londra, per la seconda volta in questo 2017 (l’altra volta nel mese di Aprile), su mandato delle autorità indiane. In seguito, il magnate è stato rilasciato su cauzione.
L’oggetto del contendere riguarda l’enorme cifra di 1.4 miliardi di dollari che i creditori di Mallya (soprattutto banche) stanno cercando di recuperare. Un buco derivante dal fallimento della compagnia aerea di Mallya, la Kingfisher Airlines. Il prossimo 4 Dicembre Mallya avrà la prima udienza del processo di estradizione, avviato dalla Gran Bretagna su richiesta dell’India.
L’accusa che ha mosso l’arresto di stamattina è quella di riciclaggio, con il governo indiano che, secondo l’avvocato Mark Summers, è convinto che alcuni dei fondi rivendicati sarebbero finiti nei conti della Force India. Mallya ha ribadito di non avere intenzione di tornare in India, temendo di dover fronteggiare un processo condizionato dalle pressioni mediatiche. Queste le sue dichiarazioni a caldo: “Qualunque cosa dirò, la dirò in tribunale e non ho intenzione di ripeterla ai giornalisti“.
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