Esclusiva Stadiosport, Francesco Dotto:”Il Groundsman è un mestiere che manca in Italia. L’obiettivo è quello di garantire un risparmio alle società calcistiche, soprattutto di serie inferiori”

In esclusiva ai microfoni di Stadiosport, Francesco Dotto, presidente dell’”Associazione Grassmed”. Essa ha il compito di fornire assistenza tecnica agricola sui campi in erba, per poter aiutare gli atleti, per far sentire il terreno di gioco come un grande alleato della loro prestazione sportiva.

In particolar modo sviscereremo tutte le componenti utili a definire la figura del Groundsman, che si differenzia da un normale giardiniere e che consente di avere professionalità e vantaggi economici.

Francesco Dotto, presidente dell’Associazione “Grassmed”.
Fonte: Facebook Francesco Dotto                                                                                                                                                                                                         

Signor Dotto Francesco, quando e come è nata l’idea di costituire un’Associazione di questo tipo?

L’associazione è nata principalmente per coprire un vuoto importante in Italia. Il Groundsman è una figura che non è mai esistita nel nostro Paese, mentre in Inghilterra è già in essere dal 1934. Mi sono posto una semplice domanda, visto che siamo abituati a vedere campi in condizioni deplorevoli. Perché non creare dei terreni che siano in condizioni ideali per i calciatori? Dove possano esprimere tutta la loro creatività e tecnica senza dover rischiare d’infortunarsi?
Spesso i giocatori subiscono infortuni dovuti principalmente alle caratteristiche del terreno di gioco. Noi vogliamo evitare tutto questo, garantire alla società il massimo dell’impegno per offrire loro campi perfettamente agibili.

Quali sono i principali compiti di un Groundsman?

Il Groundsman è una figura professionale completa, che segue a 360° tutte le attività che devono essere fatte su un terreno di gioco in erba. Non solo calcio, ma anche rugby e tennis sono i suoi sport di riferimento.
Sceglie tutti i materiali di lavoro, così come i concimi che servono per rendere al meglio il terreno. Le condizioni climatiche intervengono nel pilotare la scelta più consona. Inoltre ha un ruolo importante nella scelta di quale tipo di erba vada innestata. Per questo aspetto istituisce un rapporto particolare con il mister della squadra di casa. Deve saper cogliere le sue esigenze, a seconda dei proprio giocatori e di quelli avversari. Spesso il campo si rivela il dodicesimo uomo in campo!
A differenza di un normale giardiniere che porta i materiali della sua azienda, il Groundsman ha la possibilità di scegliere i materiali migliori al prezzo più conveniente.

Fonte: Facebook Francesco Dotto

E’ una figura di cui ci sarà bisogno in futuro, sta crescendo come richiesta, sia dalla società di Serie A che dall’estero?

Noi abbiamo due corsi specifici per questa figura. Uno a livello base, l’altro più avanzato, con più spiegazioni e in cui si svolgono i primi approcci con i mister delle squadre. E’ un mestiere che sta crescendo enormemente in Italia, di cui si arriverà ad avere un numero pari o superiore alle ottomila unità. Nelle squadre professioniste, in particolare di Serie A, un groundsman può vivere grazie allo stipendio che gli elargisce la società. Mentre in quelle inferiori dovrà imparare a gestire tre campi alla volta. Per questo il numero è destinato ad aumentare in maniera considerevole. La Spagna dopo averne cercati nel suo territorio, ne sta cercando anche all’estero. Stesso discorso per la Francia.

Dopo il 2022 sarà obbligatorio avere un “direttore del verde”, così è stato chiamato dal presidente della FIFA Gianni Infantino. Il numero uno del calcio si è prodigato in tal senso subito dopo il mondiale di Russia nel 2018 in un quotidiano sportivo francese. 

Inoltre il Groundsman è una figura che viene affiancata da diverse altre professionalità. Tra queste troviamo il Fitipatologo, il Biologo, il Responsabile marketing, l’Avvocato sportivo. Un lavoro di squadra, fatto in sinergia, tra tutte le componenti dell’Associazione Grassmed per poter garantire il migliore risultato possibile.  

Recentemente avete stipulato una collaborazione con il Comitato Dipartimento Sport Bari, con il quale volete promuovere l’utilizzo di erba naturale al posto di quella sintetica. Ci sono dei vantaggi in questo senso?

Stiamo lottando per avere erba naturale o al limite mista in tutti i campi in erba. Un terreno completamente in sintetico ha i suoi costi, più elevati, oltre a caratteristiche meno performanti. Noi abbiamo la possibilità di formare anche professionisti per il sintetico.

Ma questa situazione è prevalente in Italia. In Inghilterra sono dotati principalmente di campi in erba naturale e questo rende più gradevole un evento rispetto al nostro Paese. Non a caso i diritti televisivi sono pagati in misura maggiore, per la maggiore propensione del pubblico a pagare anche di più e vedere uno spettacolo migliore. In una partita di calcio non c’è solo la mia squadra, c’è un impianto sportivo che la ospita, con terreni costruiti per rendere al meglio le giocate dei campioni. Questi aspetti sono fondamentali per ottenere un ritorno d’immagine per il nostro calcio, di cui la nostra Associazione Grassmed tiene conto.

Inoltre la vostra Associazione ha ottenuto un’importante riconoscimento dal CONI, il massimo organo sportivo italiano?

Grassmed ha ricevuto l’attestazione dall’ACSI, l’Ente promotore dello Sport, una costola del CONI. Questo è un segnale della serietà e della positività dei nostri intenti. La volontà è quella di assicurare la massima esperienza ed abilità nel settore agricolo in favore delle attività sportive su erba. Per aiutare i giocatori e garantire un migliore spettacolo per il pubblico pagante.

 

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