La sentenza del TAS ha ribaltato la decisione dell’UEFA, il Milan potrà disputare la prossima Europa League. Al club rossonero verrà comunque comminata una sanzione proporzionata che, però, gli permetterà comunque di accedere alla fase ai gironi della seconda competizione europea. Atalanta ai preliminari, Fiorentina fuori dalle coppe.
La strategia del Milan è servita, il TAS di Losanna ha ribaltato la decisione dell’UEFA e per questo ha riammesso la società rossonera in Europa League, rinviando all’Adjudicatory Chamber dell’UEFA CFCB la comminazione di una sanzione pecuniaria proporzionata. Con questa decisione il Milan viene “riabilitato” e potrà essere inserito nel sorteggio per la fase a gironi di Europa League, mentre l’Atalanta sarà chiamata a disputare i preliminari il prossimo 26 luglio. Rimane fuori dall’Europa, come accaduto sul campo, la Fiorentina.
La lunga querelle tra il Milan e la Uefa iniziò qualche mese fa, precisamente a dicembre: nei primi giorni di quel mese si vide la prima crepa sulla tenuta societaria dei rossoneri, che si videro respinta la richiesta di voluntary agreement fatta qualche mese prima, in occasione della massiccia campagna acquisti fatta nell’estate 2017 e permessa in quanto era appena cambiata la proprietà: se avviene un cambio di proprietà totale, infatti, una società può operare sul mercato in deroga alla norma che richiede perdite sul bilancio non superiori a 30 milioni per ogni triennio. All’epoca il Milan presentò un business plan, obbligatorio per ottenere il voluntary agreement, considerato però non realistico dalla Uefa, che propose di posticipare i controlli ad ottobre. Ma nemmeno ad ottobre il piano convinse i controllori, che negarono il patto e aprirono la strada alle sanzioni.
A maggio arrivò anche il no al settlement agreement: questo è un altro tipo di patto e riguarda il raggiungimento del pareggio di bilancio richiesto dalla Uefa, che ritenne i non risanati i bilanci del Milan, già non soddisfacenti a causa dei 255 milioni di deficit del triennio 2014-2017 (ultimo della precedente gestione); ma quello che fece più rumore fu la lampante mancanza di fiducia nei confronti di Yonghong Li, giustificata, che ricopre un campo di azione che non riguarda la Uefa. Tutto ciò portò all’esclusione dei rossoneri dall’Europa League con una sentenza pasticciata e controversa, da cui la decisione di fare ricorso da parte del Milan, forte anche del passaggio al fondo Elliott, che, a differenza di Li, è conosciuto e ben presente.
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