
Igor Tudor ammette che la Juventus “non può andare avanti così” dopo il pareggio spettacolare per 4-4 contro il Borussia Dortmund, arrivato pochi giorni dopo il 4-3 in rimonta sull’Inter in campionato. “Alcuni giocatori erano esausti” ha spiegato il tecnico bianconero.
Un’altra partita folle allo Stadium
Dopo l’incredibile rimonta nel Derby d’Italia, la Juventus è stata protagonista di un altro match ricco di emozioni anche in Champions League. Sotto 4-2 fino all’86’, i bianconeri hanno trovato due gol nei minuti di recupero con Dusan Vlahovic e Lloyd Kelly, strappando un pareggio insperato.
“Ho già abbastanza di questo tipo di partite – ha scherzato Tudor a Sky Sport Italia –. Stiamo concedendo troppo, almeno segniamo tanto anche noi, ma non possiamo andare avanti così. Nel secondo tempo è stato molto difficile mantenere alta l’intensità tre giorni dopo una gara durissima come quella con l’Inter, mentre il Borussia Dortmund aveva avuto un weekend più facile”.
Il tecnico ha comunque elogiato lo spirito della squadra: “C’è stato grande cuore, chi è entrato dalla panchina ha fatto la differenza come già successo in tutte le prime quattro partite. Il Dortmund ha grandi individualità in ogni reparto, noi abbiamo perso un po’ di intensità ma restiamo pericolosi ogni volta che attacchiamo. Abbiamo però concesso gol troppo facilmente, situazioni evitabili. Alla fine è la qualità individuale a fare la differenza, come il gol di Yildiz nato dal nulla”.
I cambi ancora decisivi
Ancora una volta è stato Vlahovic il protagonista entrando dalla panchina: due gol e un assist per la rete di Kelly, confermandosi un’arma letale anche quando parte dietro nelle gerarchie, superato da Jonathan David e Lois Openda.
“L’ho detto prima della partita: quando si gioca ogni tre giorni e ci sono cinque cambi, non esistono titolari fissi. Tutti sono importanti. Le partite si decidono spesso nei minuti finali e i subentrati diventano fondamentali. Non è un luogo comune: tutte le prime quattro gare sono cambiate grazie ai cambi. Il problema è che abbiamo giocato sabato quella partita epica contro l’Inter e oggi questa: alcuni erano stremati. Kenan (Yildiz) era pallido, Khephren (Thuram) era esausto. Non potevo fare molto in allenamento con così poco tempo a disposizione. Questa è la realtà del calendario, oggi era il massimo che potevamo dare”.
Rotazioni obbligate e problemi di condizione
Tudor ha sorpreso con alcune scelte di formazione iniziale, spiegate con la necessità di gestire la condizione fisica:
“Se ci sono quattro giorni tra una partita e l’altra è più semplice, con tre devi per forza ruotare. Era giusto che Dusan giocasse quella gara, poi sono arrivati Openda e David, entrambi importanti. Con cinque cambi è più difficile per un allenatore, a volte ci prendi, a volte no. Per questo continuo a dire ai ragazzi che tutti sono coinvolti e tutti possono essere decisivi, sia se partono dall’inizio che a gara in corso”.
Una Juve che segna e subisce
La Juventus ha subito sette gol in due partite, ma ne ha anche segnati otto, un netto cambiamento rispetto alle difficoltà realizzative della scorsa stagione.
“Lo spirito di squadra e la voglia di lavorare sono la base da cui partire, poi sui dettagli si costruisce. Ci mancava Cisco (Conceição), che è importante per questo sistema, mentre Cambiaso non giocava da tre settimane e gli mancava condizione. Bremer tornava da un lungo stop: dobbiamo valutare anche questi aspetti”