Tragedia in Spagna: morto Reyes, ex Arsenal, Real Madrid, Atletico e Siviglia

Fatale è stata la velocità. L’ex centrocampista 35enne aveva giocato in Spagna, Inghilterra e Portogallo. Ha alzato quattro Europa League, è stato il primo spagnolo ad aver vinto la Premier. E c’è anche chi va controcorrente…

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Una tragedia ha scosso il mondo del calcio: José Antonio Reyes è morto.

Beffardo è stato il destino: l’ex centrocampista ha trovato la dama nera nella sua città natale: Utera, nel sud-est della Spagna.

 

 

La dinamica-  Stando a quanto riportato dal canale televisivo spagnolo “La Sexta” l’incidente sarebbe stato provocato dall’eccesso di velocità.

Reyes era alla guida del suo Mercedes Brabus S550 ( 380 CV) sulla A-376 da Siviglia a Utrera, quando il veicolo è uscito fuori strada andando ad impattare contro dei blocchi di cemento per poi incendiarsi.  Sul mezzo erano presenti anche il cugino 23enne, deceduto sul colpo, e un amico che non ce l’ha fatta dopo aver riportato ustioni su quasi il 60 % del corpo.

La carriera– Soprannominato la ” Perla di Utrera” ha debuttato in Liga a 16 anni (diventando il più giovane ad aver mai esordito nella massima serie) con il Siviglia, squadra in cui era cresciuto.

A gennaio 2004 vola a Londra, sponda Arsenal, per l’allora cospicua cifra di 35 milioni di euro.

Con i Gunners vince la Premier League, primo spagnolo a farlo. L’anno successivo conquista la FA Cup e nel 2006 raggiunge la finale di Champions League, persa contro il Barcellona.

Torna poi in Liga, dove, esclusa la parentesi del 2008-09 con il Benfica, resterà fino al 2018 indossando le maglie di Real Madrid , Atletico Madrid , Siviglia  e Espanyol.

Accasatosi un anno fa al Xinjiang Tianshan Leopard, club della seconda divisione cinese, aveva fatto da poco ritorno in Spagna indossando la maglia dell’Extremadura Unión Deportiva, squadra di Segunda Division.

Questo il palmarès: una Premier, un Community Shield e una FA Cup con l’Arsenal; campionato spagnolo con il Real; quello portoghese con il Benfica ma sopratutto le quattro Europa League (record condiviso con Beto, Gameiro e Vitolo) con l’Atletico e le tre consecutive alzate con il Siviglia.

 

 

Il cordoglio- Tantissimi sono stati i messaggi di cordoglio da parte del mondo del calcio.

Da Sergio Ramos che si dice “distrutto e senza parole” ad Aguero che invece ricorda i bei momenti passati insieme fino a Monchi che stenta a crederci:

“Una notizia impossibile da credere, impossibile da digerire, un colpo durissimo Dio mio. Riposa in pace José Antonio Reyes. E’ un dolore incredibile. Vai adesso sulla fascia sinistra, vai da Antonio, lassù”.

Struggente è il ricordo di José Reyes, il figlio primogenito: 

«Sono sempre stato e sarò sempre molto orgoglioso di te. Non abbiamo passato insieme tutto il tempo che avremmo voluto, ma solo noi sappiamo quanto ci siamo voluti bene. Ora so che dal cielo continuerai a prenderti cura di me e io non ti dimenticherò mai, ti voglio bene»

Tra le varie commemorazioni di ex compagni, allenatori, dirigenti e personalità varie del calcio e non solo, c’è una stonatissima voce fuori dal coro: quella di Canizares, ex portiere del Valencia:

 

L’eccesso di velocità è un atteggiamento biasimevole. Nell’incidente ci sono state anche altre vittime oltre a chi guidava. Reyes non merita di essere omaggiato come se fosse un eroe, ma questo non significa che non mi rammarico per quanto successo e non prego per le loro anime. Trovo intollerabile coloro che ne sono felici”.

Uscita a vuoto dell’ex giocatore, che ha poi rettificato quanto detto:

 

“Forse non mi sono spiegato bene. Certamente merita un tributo per la sua carriera e per quello che ha dato al calcio. 

Leggo opinioni di ogni tipo e le rispetto tutte, eccezionalmente oggi anche quelle accompagnate da insulti. Intendo solo condannare l’insensibilità e invitare tutti a riflettere su quanti errori facciamo. Penso sia perfettamente compatibile con il dolore”.

 
 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

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