Il mondo del calcio è di nuovo in lutto.
Ancora una volta c’entra il Sud America, a pochi giorni dalla tragedia dell’argentino Emiliano Sala-il cui corpo è stato identificato, ndr-ancora una volta c’entra il Brasile, a meno di 3 anni dalla tragedia del Chapecoense.
Siamo a Vargem Grande, quartiere a Ovest di Rio De Janeiro.
Location in cui si trova il Ninho do Urubu, ufficialmente noto come George Helal, il campo d’allenamento del Flamengo, colpito nottetempo da un incendio che ha provocato diversi morti.
Non sono ancora accertate le cause del divampare dell’incendio-si pensa a un cortocircuito-e non vi è ancora piena certezza nemmeno dei numeri della tragedia.
Il bollettino più recente, diramato da “La gazzetta dello sport“, parla di almeno 10 morti, 8 giocatori e due impiegati societari.
A dare maggiore rilevanza alla sciagura il fatto che i giocatori vittime del tragico evento facevano parte delle categorie giovanili del club carioca.
E’ con enorme cordoglio che riportiamo, qui di seguito, i nomi di queste 8 giovani anime precocemente strappate alla vita: 2 portieri, entrambi 15enni, Bernardo Pisetta e Christian Esmério, questo ultimo già considerato una grande promessa in patria; i 2 difensori 14enni Arthur Vinícius de Barros Silva Freitas e Pablo Henrique da Silva Matos, il primo già nel giro della nazionale Under 15, il secondo presente sul posto evidentemente per tragica fatalità, essendo di proprietà del Vasco da Gama;Jorge Eduardo , terzino che avrebbe compiuto 16 anni a San Valentino; infine 3 attaccanti, i 14enni Victor Isaìas e Atila Paizao e il 15enne Samuel Thomas Rosa.
In una situazione simile, l’unica speranza che rimane è che il bollettino non aumenti.
Un periodo davvero disgraziato, sciagurato, per il mondo del pallone.
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