Tifosi: cos’è la Legge Thatcher che vuole De Laurentis?

Gli episodi di violenza avvenuti allo Stadio Maradona durante l’incontro di campionato contro il Milan sono al centro di dibattiti e discussioni. La curva degli ultrà del Napoli si è resa protagonista di una protesta che non ha precedenti, dal momento in cui la squadra allenata da Luciano Spalletti si sta avviando a vincere il suo 3° scudetto dopo 33 anni. I tifosi sono in lotta contro il presidente, considerato non solo il padrone, ma il vero motivo della guerra. I più estremisti, i capo ultrà pretendevano che tutti i tifosi presenti sugli spalti si unissero a questa protesta, spingendoli a non cantare o a girarsi di spalle anziché assistere al match: un ordine a cui la tifoseria più pacata ha disobbedito.

Chiamato in causa la risposta del presidente De Laurentis non si è fatta attendere: “Quelli non sono veri tifosi, sono delinquenti ai quali si permette di andare allo stadio, mortificando famiglie e i veri tifosi, con episodi che sono sotto gli occhi di tutti”. Ancora più incisivo ha rievocato una legge contro i tifosi violenti, quella che è considerata un modello: “E’ una storia che dura da 50 anni, finché non si prende la legge della Thatcher, mutandola in Italia, avremo sempre questi problemi”.

Tragedie degli hooligans inglesi: Heysel e Hillsbourough

Gli inglesi sono considerati i maestri del calcio. La Premier League in questo momento rappresenta élite del mondo calcistico: più interessante, il più pagato, il più bello. Un modello sia nell’organizzazione che nella gestione della tifoseria. Il percorso è stato lungo, ma le leggi che sono state applicate alla fine sono state efficaci. Negli anni 80 gli tifosi inglesi erano considerati i più violenti, gli hooligans imperversavo in tutti gli stadi. La tragedia, del 29 maggio 1985, dell’Heysel viene ricordata come una delle date più tragiche dell’intera storia del calcio. In quell’occasione, durante la finale di Coppa Campioni, tra Liverpool e Juventus la frangia più estrema e violenta dei tifosi inglesi si scatenò causando incidenti e disordini, ma soprattutto ci furono ben 39 vittime.

Un altra data nera del calcio inglese è quella del 15 aprile del 1989. All’Hillsborough di Sheffield era in programma la semifinale di FA Cup, tra Liverpool e Nottingham Forest. Per problemi legati al flusso dei tifosi e spettatori, ci furono 96 morti e moltissimi feriti. Una vera tragedia che costrinse il parlamento inglese a prendere dei duri provvedimenti.

Legge Thatcher: modello per arginare la violenza

All’epoca in Inghilterra il primo ministro inglese era Margaret Thatcher, considerata lady di ferro. Con dilagare di questi episodi violenti prese dei provvedimenti duri, mirati a combattere questo fenomeno. Vennero infatti emanati la Sporting Event Act e la Public Order Act.

La prima norma impediva la possibilità di consumare bevande alcoliche, sia durante le partite che prima degli eventi. Una contromisura mirata a combattere la piaga degli hooligans che sfruttavano l’evento calcistico che permise di riportare sugli spalti il pubblico, le famiglie, quei ceti medio-alti della popolazione che avevano abbandonato il calcio. 

La seconda norma, considerata la prima legge sul calcio, prevedeva il divieto assoluto negli impianti, negli stadi, a quei tifosi considerati violenti, stabilendo l’obbligo di firma nei giorni delle partite e stabilito un sistema di schedatura dei tifosi.

Il modello inglese che invoca il presidente De Laurentis ad alta voce: “Ha raddrizzato il calcio inglese. Qualcosa bisogna fare, perché gli stadi devono essere frequentati da persone che hanno voglia di partecipare allo sport più popolare, bello e intrigante del mondo. Allo stadio si deve andare in sicurezza. Già abbiamo degli stadi vecchi, fatiscenti e obsoleti, in più non ci si va in sicurezza e tutto questo allontana la gente dagli spalti”.

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